La facciata, d’impianto molto semplice con tetto a doppia falda, è caratterizzata da numerose aperture, che segnalano la particolare organizzazione dell’interno. Le tre piccole finestre sulla sinistra gettano luce nei vani destinati all’abitazione del romito. L’apertura circolare leggermente strombata, con belle modanature, ha cornice in pietra. L’ampia luce in basso a destra, chiusa da inferriata, corrisponde alla cappella del Crocefisso che deriva da un portico parzialmente ostruito. Nella parte centrale della facciata è inserito un alto portale di fattura rinascimentale: stipiti e architrave sono marcati da un tondino, che corre lungo lo spigolo. Le sue eccezionali dimensioni appaiono poco in rapporto con la facciata, tanto da far supporre che sia stato qui trasferito nell’Ottocento da altre chiese demolite: S. Giuliano o S. Stefano. La lunetta sopra il portale è il risultato della chiusura parziale di un rosone probabilmente collegata alla creazione, all’interno, della piccola cantoria in legno. Sulla sinistra della facciata, attraverso una piccola porta arcuata con ghiera in laterizio, si accede all’abitazione del romito. Dal tetto emerge, appena accennato, il volume del tiburio ottagonale. L’aula si presenta a pianta centrale su base quadrata a croce greca inscritta. Dalle otto paraste piegate a libro che incorniciano le cappelle, a cui si appoggiano semicolonne, si dipartono i raggi della volta ad ombrello. I semipilastri con basi in pietra sono coronati da curiosi capitelli, che trovano riscontro nel clima eclettico dell’Ottocento. L’intera organizzazione decorativa interna si caratterizza per l’abbondanza di motivi a grottesche in monocromato, in forte contrasto col giallo dei semipilastri. Attraverso una porta aperta sul lato destro del braccio d’ingresso si accede alla Cappella del Crocefisso, detta, almeno fino allo scadere del Settecento, Cappella del Gesù o del SS. Nome di Gesù. All’altare un bel crocefisso in legno accompagna una cinquecentesca Maddalena in ginocchio sempre in legno dipinto, ambedue restaurati nel 1997.
XIV – A metà del ‘300 sul pianoro su cui oggi sorge la chiesa di S. Rocco si ergeva il castello di Filippino Da Pianovale, e in posizione più elevata, sorgeva una chiesetta con campanile successivamente distrutta nel conflitto tra Guelfi e Ghibellini.
XV – Il succedersi delle epidemie, tra il ‘400 e il ‘500 stimola probabilmente la ricostruzione con ampliamento della chiesetta; a tal fine si costituisce la fabbrica di S. Rocco, alla quale sono devoluti tre lasciti testamentari negli anni 1517, 1523 e 1542.
XVI – I lavori di completamento e di decorazione della chiesa continuano fino al 1573, anno in cui il romito inizia a risiedere nella casa annessa alla chiesa.
1575 – Nel 1575 S. Carlo Borromeo, in visita, vede la chiesa con un solo altare, collocato in una cappella a volta e affrescata: in luogo dell’ancona c’è il crocifisso con le statue lignee dei Santi Rocco, Sebastiano e Cristoforo.
Prescrive un tempestivo intervento di riparazione della volta fessurata ed il completamento della costruzione della sacrestia. All’esterno della chiesa, lungo la parete settentrionale, c’è il cimitero e a destra della porta d’ingresso un piccolo portico che ripara un altare disadorno con la statua di S. Rocco.
1788 – Nel 1788 vennero realizzati lavori di restauro al campanile a vela già presente nel 1575 sul lato sud della chiesa da poco costruita
1794 – nel 1794 lavori di restauro al campanile a vela
XIX – La chiesa subisce un radicale intervento intorno alla metà dell’Ottocento: rifatta l’intera decorazione, sopra la porta di ingresso si aggiunge la cantoria; dalle chiese demolite di S. Giuliano e S. Stefano giungono pulpito e portale d’ingresso. Quale compenso per la cessione delle sue belle tele alla parrocchiale, la chiesa di S. Rocco ottiene due tele più modeste, che vanno a definire la nuova dedicazione degli altari laterali.
1888 – nel 1888 a causa di una frana, causata dall’intensa attività estrattiva di una cava posta nelle vicinanze della chiesa, una porzione dell’edificio comprendente la sagrestia crollò
1924 – Tra il 1924 e 1926 viene realizzata la nuova torre campanaria, che sorge sul lato orientale della chiesa, interamente in calcestruzzo armato.
1994 – restauro conservativo della facciata e dei pluviali
2007 – intervento di consolidamento