La chiesa di San Pietro, in Carpenedolo, è situata nella zona campestre della periferia del paese, a poca distanza dalla strada per Calvisano. Il piccolo edificio di culto, incorporato nel cascinale che fu benedetto della Rettoria, ha origini benedettine, in quanto fu eretto in un vasto latifondo bonificato dai benedettini del monastero di Serle. Osservando la chiesetta dal fondo risalta questa struttura e i tre archi. Nella parete meridionale si vede una antica finestra tamponata. L’altare, aderente al muro dell’abside, è di intonaco e stucco con paliotto ornato di fiori e fogliame, nel cui mezzo è disegnata la mitra papale con le chiavi. Accanto alla chiesa sorge un campaniletto, con due campane. Una piccola lapide in marmo apposta sulla facciata sud del campanile, sopra il tetto del tempio, riporta un’iscrizione latina della data di costruzione o del restauro, e gli offerenti: “Didaci Azzi aliorumque Impensis extat a die XIII Aprilis Anno MDCCCLXV”. Trad.: “Edificato a spese di Didaco Azzi e di altri dal giorno 13 aprile 1865”.
XI – Si presume che la chiesa risalga all’anno 974 dal ritrovamento di una piccola lapide recante l’iscrizione in numeri romani DCCCCLXXIII, rinvenuta durante i lavori di rimozione e sostituzione di una trave collocata al di sopra del presbiterio eseguiti nella seconda metà del secolo scorso.
XVI – Il 27 aprile 1556 il sacerdote Girolamo Lanfranchi, che faceva le veci dell’arciprete Lorenzo Pizzoni, informava il vicario generale di Brescia Vincenzo Nigusanzio, in visita a Carpenedolo, che la chiesa di San Pietro era ben coperta, ma sprovvista di porte.
XVI – Il vescovo Domenico Bollani nella visita del 24 maggio 1556 ordinò di arretrare l’altare e di porgli una predella, di accomodare il pavimento, costruire una porta, otturare i buchi del muro e imbiancarlo e di riparare il tetto con delle travi.
XVI – Nella visita dell’11 maggio 1597 il vescovo Marino Giorgi decretava: si ripari il tetto entro sei mesi; si costruisca il campanile entro l’anno; le due finestre della facciata siano coperte con tela entro 15 giorni; si appenda una lampada davanti all’altare e sopra la trave trasversale si ponga il crocifisso.
XVII – Il vescovo Giorgi, ritornato in visita il 19 aprile 1608, ordinò perentoriamente di provvedere all’erezione del campanile.
XVII – Nel 1614 si procedette al restauro del tetto, come testimonia un graffito sulla tunica di San Bernardino affrescato su una parete della chiesetta:”Adì 17 dicembre 1614 fu requaciato questa chiesa”.
XVII – Qualche ulteriore notizia riguardante il completamento del campanile proviene dalla documentazione della visita pastorale del vescovo Vincenzo Giustiniani, del 31 maggio 1634, che così riporta: “La chiesa ha l’altare e tutto il resto secondo la forma prestabilita […]. Sia provvista di lampada, le porte siano riparate, si metta la fune alla campana”.
XVII – Nel 1692 venne operata una rilevante modifica alla struttura della chiesa, rimasta fino ad oggi. L’abside che originariamente era rivolta ad est, secondo la concezione architettonica delle antiche chiese, venne demolita e l’altare collocato all’estremo opposto, dov’era l’entrata. L’ingresso fu così sistemato ad oriente, protetto da un portichetto, costruito al posto dell’abside. Un’iscrizione latina, posta ora alla parete settentrionale vicina all’ingresso, da i seguenti dettagli: “Pietro Querenti trasferì qui a levante l’ingresso. Trasportò l’altare e il coro verso sera. 3 aprile 1692.
XVIII – Un’iscrizione latina, posta ora alla parete settentrionale vicina all’ingresso, da i seguenti dettagli: “Questa cappella restituì a migliore forma e ornò dipinti il rettore Giovanni Giacomo Cassa. Sette agosto 1794”.
XX – Il 9 dicembre 1907 la fabbriceria avvertì il rettore che il portico della chiesa era pericolante, sollecitando a rimediarvi per tempo. Il 9-10 marzo 1908 la fabbriceria, verificatasi lo stato della struttura, invitò il rettore a provvedere, consigliando di mettere travi di ferro. La riparazione venne effettuata.
XX – Nel 1974, anno del presunto millenario della costruzione, si eseguirono lavori di restauro. Emersero alcuni particolari, segnalati da E. Spada, di cui oggi non rimangono tracce; una iscrizione, “1902. Altre riforme del rettore Pietro Leali”, sopra l’archetto di ingresso e frammenti di architravi in laterizio, forse di due finestre ai lati dell’arco dell’altare. A ricordo dei lavori, all’esterno della chiesa sulla parete settentrionale fu apposta una piccola lapide con l’iscrizione:”Nel millennio della costruzione ai posteri si affida la conservazione di questa chiesa nel ricordo della fede degli avi. 4 maggio 1974″.