la facciata è suddivisa in due ordini da un cornicione orizzontale.
L‘ordine inferiore in marmo è scandito da quattro lesene scanalate con capitelli ionici a cui corrispondono, sopra il cornicione, quattro fregi.
Nel settore centrale del primo ordine è posto un portale d’ingresso sormontato da un coronamento con stemma. L’ordine superiore liscio e intonacato si conclude con un timpano triangolare sormontato da elementi decorativi che nella parte centrale reggono la Croce.
Al centro è posta una finestra semicircolare.
La chiesa si presenta ad una sola navata a pianta rettangolare, le cui pareti sono animate dall’elegante motivo delle lesene accoppiate che la suddividono in cinque campate.
Sopra il cornicione si imposta la volta, finemente rifinita a stucco e decorata da riquadri affrescati con figure di Santi. Il presbiterio è rialzato di due gradini rispetto alla navata ed è delimitato da una balaustra marmorea con statue di angeli a tutto rilievo in bronzo dorato.
Il presbiterio è a pianta rettangolare, coperto da una cupola con lucernario; si completa poi in un coro absidato semicircolare con catino lavorato a stucco.
A destra chiuso da un parapetto vi è un piccolo coro originariamente inserito in un profondo sfondato. Al di sopra, sostenuta da due colonne, vi è una cantoria in cui è posto l’organo Serassi.
XII – l’origine della chiesa di S. Pietro, posta in via S. Tomaso, è legata ad antichissime istituzioni locali. Nella zona dell’attuale piazza Giacomo Carrara è infatti documentata la presenza di tre “domus”umiliate, singolarmente poste a pochissima distanza l’una dall’altra. Tali comunità, accoglievano uomini e donne, i quali, senza pronunciare i voti, si impegnavano in una vita di lavoro e di preghiera ispirata ad ideali evangelici.
XV – a partire dalla metà del XIV secolo, alcune comunità scomparvero a causa delle crisi trecentesche. Continua invece ad essere attiva la comunità chiamata “domi de Bienzano” che, citata per la prima volta in un documento del 1278. Secondo un processo di clericalizzazione, comune alle case umiliate, la “domus de Bienzano” inizialmente formata da laici, divenne in seguito prepositiva e convento di frati consacrati. Al XV secolo risale la costruzione della chiesa che da allora diede la titolazione alla comunità
XVI – passata successivamente in commenda ad alcuni prelati della famiglia Tasso, la chiesa fu acquisita nel 1619 dalle Dimesse di Borgo San Tomaso, che ne abolirono l’uso, preferendo utilizzare come luogo di culto un vano interno all’edificio da loro costruito sul lato opposto della strada.
1570 – come tutti i conventi umiliati, anche quello “de San Pietro de Bienzano” fu soppresso con il decreto del 1570 e la chiesa divenne commenda del Cardinale Gian Girolamo Albani
1575 – gli atti della Visita apostolica di San Carlo Borromeo a Bergamo ci danno notizia che presso la chiesa, grazie alla generosità degli Albani e di alcune nobili famiglie cittadine, era attiva una scuola per venti ragazzi. Scolari ed insegnante abitavano nei pochi locali superstiti del monastero e nella sagrestia
1850 – la chiesa venne completamente rinnovata nella seconda metà del XIX secolo
1943 – viene eseguita una nuova decorazione figurativa all’interno della chiesa
1997 – le facciate sono sottoposte ad un intervento di restauro conservativo