a chiesa, orientata secondo lo schema tradizionale liturgico, è circondata da un sagrato con manto erboso, fatta eccezione per il perimetro della chiesa che è pavimentato in pietra. La facciata è suddivisa da quattro lesene in muratura in tre settori uguali. Le quattro estremità sono raccordate da un cornicione con due tratti rampanti. Questo accorgimento crea l’impressione ottica che lo scomparto centrale sia avanzato rispetto ai tratti laterali. Nel settore centrale è posto il portale in pietra sormontato da un’ampia finestra con contorno in muratura. Il tetto a due falde conclude l’edificio. L’interno ha un’unica navata a pianta rettangolare ed è suddivisa da lesene in tre campate. Sopra i capitelli delle lesene poggia la trabeazione su cui si imposta la volta a botte. Tre ampie finestre per lato, sopra il cornicione, illuminano la navata. La prima campata ospita a sinistra il confessionale. La seconda campata accoglie i due ingressi laterali. La terza campata ospita a sinistra la cappella dedicata a S. Antonio, con la statua del Santo entro nicchia; quella a destra è dedicata a S. Giuseppe ed è dotata di altare in marmo con nicchia contenente la statua in legno del Santo. Il presbiterio è rialzato di tre gradini in marmo nero e protetto da balaustra in marmo, è coperto da volta a botte ed è illuminato da due finestre. Il coro è a pianta rettangolare ed è coperto da volta a botte. A sinistra e a destra del presbiterio sono posti gli ingressi che conducono rispettivamente alla sagrestia e al campanile
XIII – costruzione dell’originario oratorio
XV – costruzione del campanile
XV – la chiesa viene completamente ricostruita in stile romanico
1488 – consacrazione per mano dell’arcivescovo milanese Rolando dei conti di Rovellasca
1650 – nella seconda metà del XVII secolo la chiesa viene allungata e innalzata
1676 – lo storico Donato Calvi, nella redazione delle proprie Effemeridi menzionava l’oratorio di S. Pantaleone
1787 – l’autorità pontificia, con atto del 13 novembre 1786, autorizzava la procedura di passaggio della parrocchia di San Giacomo di Averara dalla diocesi di Milano alla diocesi di Bergamo, ufficializzata dalle autorità episcopali l’anno successivo
1861 – la parrocchia di San Giacomo maggiore apostolo di Averara risultava appartenere alla vicaria di S. Brigida, di rito ambrosiano. A quest’epoca la comunità di Averara contava 394 anime, era retta da un prevosto e da un coadiutore. Entro la circoscrizione parrocchiale era compreso l’oratorio dipendente di S. Pantaleone
1953 – la chiesa è sottoposta ad un generale intervento di restauro
1978 – interventi di manutenzione straordinaria
1997 – la chiesa è sottoposta ad un generale intervento di restauro conservativo