La facciata della chiesa completamente intonacata è divisa in due ordini da una aggettante cornice marcapiano. Al piano inferiore la superficie muraria è scandita da quattro piatte lesene che individuano tre spazi, di cui quello centrale è contraddistinto dal portone di ingresso inquadrato da lesene con capitelli ionici, sormontati da volute che sorreggono un timpano curvilineo. Sopra la porta si osserva un rilievo in stucco con figure angeliche. Le altre due porzioni di muro sono caratterizzate da finte nicchie. Il piano superiore ha un corpo centrale sopraelevato con un finto oculo terminate con un timpano triangolare. La parte centrale si raccorda alle parti laterali con delle strutture murarie rettilinee arricchite da due elementi a sfera alle estremità. L´edificio di culto borgarellese presenta una pianta barocca tipica di molte chiese del pavese. Detta ad aula unica con volta a botte, si completa attraverso delle cappelle laterali poco profonde collegate fra loro, un transetto contenuto nell´ampiezza delle cappelle laterali ed il coro. La distribuzione degli spazi interni corrisponde pienamente ai dettami della chiesa controriformata: l’aula unica favorisce il senso di unità tra i fedeli, e permette di dirigere subito l´attenzione verso il presbiterio
1395 – L´esistenza di una chiesa, indizio della presenza di una comunità organizzata di fedeli, trova conferma in un atto del 1395 maggio 23 in cui Guglielmo Centuario, vescovo di Pavia, in considerazione della morte del precedente rettore Giovanni Bastoni, nomina Lorenzo Bastoni, figlio di Andrino, rettore della chiesa di Borgarello.
1561 – La chiesa non aveva volte in muratura, bensì una copertura con capriate lignee a due spioventi, il presbiterio era una sorta di cappella piccola, con la parete absidale affrescata. La chiesa era affiancata da un campanile.
1580 – La chiesa risultava ampliata e dotata di una cappella abbastanza ampia e copertura in volta, trattandosi della zona absidale e presbiteriale.
1600 – La chiesa ha subito delle trasformazioni piuttosto significative dalle origini ai nostri giorni, non solo per quanto riguarda gli spazi interni, ma anche quelli esterni più prossimi. Un´idea sufficientemente chiara di come potesse essere formato l´ambiente interno e quello immediatamente circostante nel secolo XVII e probabilmente anche nella seconda metà del secolo precedente, la ricaviamo attraverso l´accurata descrizione del curato Gio. Battista Bennerio nel 1626 giugno 28.
Vi si legge che l´edificio soffittato è a una sola navata, e confina a S con il cimitero cinto su due lati (SE) da un muro, a N con la casa del parroco con cantinino, comunicante con il campanile a una sola campana attiguo alla chiesa nell´ angolo di NE. A tergo della chiesa lo spazio è occupato da un prato. La descrizione della parte interna colloca l´unico altare in legno d´Albera presente verso mattino ( la posizione è equivalente quindi a quella di un altare maggiore).
1668 – L’edificio collassò a causa della fatiscenza della copertura, costituita da un tetto a due falde e da un soffitto piano in legno. Nel crollo la copertura aveva trascinato con sé la parte superiore della facciata.
1685 – Non abbiamo una data precisa di inizio lavori però possiamo desumere importanti elementi da un inventario del 1685 in cui si legge che i muri della chiesa sono già stati sopralzati ed erano stati costruiti i semipilastri interni.
1690 – I lavori si conclusero con la costruzione delle volte e della nuova facciata.
1700 – Ad una fase successiva risale l’allungamento della chiesa verso levante, intervento che determina la costruzione del nuovo presbiterio e dell’abside pentagonale, insieme all’arretramento del campanile a fianco del presbiterio.