La chiesa correttamente orientata è anticipata da un ampio sagrato che valorizza la composizione neoclassica della facciata a salienti, interamente rivestita a bugnato liscio.
Il portale centrale è preceduto da un pronao ionico addossato a due colonne e coronato da un timpano a fregio liscio.
Sopra una cornice marcapiano, che prosegue anche nei due elementi laterali, si trova una lunetta che ospita il mosaico raffigurante S. Martino che divide il mantello con il povero.
Le due ali laterali presentano ciacuna un portale minore architravato, con due volute che reggono il cornicione, sormontato da un vano rettangolare vuoto.
Sul fianco laterale sinistra si erge il campanile: su basamento a scarpa in bugnato liscio il corpo della torre quadrangolare è sottolineato da lesene angolari anch’esse bugnate e si conclude, dopo il quadrante dell’orologio, nel castello delle campane coperto da un cupolino di forma emisferica allungata.
Internamente lo spazio è organizzato in tre navate separate da aperture ad archi alternativamente di diversa ampiezza. La navata centrale, scandita dall’ordine gigante delle lesene, è unificata da un cornicione, che si sviluppa senza soluzione di continuità anche nella zona abisdale.
Oltre alle cappelle in fondo alle navate laterali (a sinistra altare di S. Antonio da Padova; a destra altare della Madonna del Rosario) sono presenti due cappelle a metà delle navate laterali: a sinistra il Sacro Cuore a destra la cappella del Crocifisso).
L’illuminazione interna è assicurata da sei finestre termali nella navata centrale e da una nel presbiterio; altre quattro finestre, due per lato, illuminano le navate laterali in corrispodenza del primo e del terzo arcone.
Alle pareti del presbiterio sono presenti due pitture a mezzo fresco opera di Giovan Battista Jemoli: sulla sinistra è raffigurato S. Carlo che consegna un documento ad un prelato; a sinistra la morte di S. Giuseppe.
1631 – Sebbene la chiesa parrocchiale di Niguarda sia attestata fin dal XIII secolo, è solo con le visite pastorali del XVII secolo che sussitono informazioni sulla consistenza del fabbricato. In particolare una lapide murata nella cappella laterale sinistra del Crocifisso ricorda la ricostruzione della chiesa nel 1631 dopo la peste. Due anni dopo la fabbrica era quasi conclusa.
1637 – Fu aggiunta una terza campana e nel 1948 fu costruita la nuova cappella per il Battistero.
1835 – Sotto la guida del parroco don Antonio Fracassi, fu intrapresa un’opera di ristrutturazione e ampliamento della chiesa che vide la partecipazione di tutta la comunità parrocchiale su progetto dell’architetto Giacomo Moraglia.
1839 – La chiesa venne consacrata il 24 settembre del 1839.
1887 – Il parroco don Cesare Folci intraprese nuovi lavori di ristrutturazione ed ampliamento della chiesa con il completamento della terza navata sul lato settentrionale.
1926 – Costruzione del campanile, forse su progetto dello stesso Moraglia.
1964 – A seguito di una prolungata incuria, vennero intrapresi numerosi interventi di ristrutturazione per volontà dell’allora parroco don Adolfo Masini: con la supervisione dell’architetto Luigi Brambilla venne intrapresa una campagna decorativa degli interni.
1967 – Consacrazione dell’attuale altare maggiore. Nell’anno successivo fu realizzata la decorazione del Battistero con un mosaico raffigurante il Cristo risorto, eseguito su cartone di Luigi Filocamo (1906-1988). Nello stesso anno fu rifatta la pavimentazione sotto la quale furono trovate sepolture e tombe nonché alcuni lacerti della vecchia pavimentazione in cotto.