La chiesa di San Mamete, correttamente orientata, presenta un impianto semplice con corpo a sala ed abside emiciclica estradossata.
La chiesa è anticipata da un sagrato quadrangolare in accitolato. La facciata principale a capanna risulta asimmetrica per l’addossamento sul lato settentrionale di un corpo di fabbrica successivo, che attualmente funge da ripostiglio e sacrestia. L’ingresso principale con stipiti ed architrave in materiale lapideo è sormontato da un sopraluce vetrato a mezzaluna. Sul fianco è stato messo in evidenza presumibilmente a seguito dei restauri, l’apertura per le offerte. Sul fianco settentrionale in corrispondenza con l’inizio del presbiterio si erge il campanile a vela.
Internamente, superata una bussola lingea di ingresso, la navata ad aula si presenta interamente intonacata con lacerti di affreschi nella parete meridionale (affreschi romanici, Natività e San Mamete). Sulla stessa parete si aprono due finestre rettangolari.
Superata la balaustra marmorea e il modesto dislivello si sviluppa l’arco trionfale oltre al quale è conservato l’altare maggiore di stile barocco.
Nella controfacciata e nel fianco laterale sinistro sono murate due lapidi che testimoniano la presenza di sepolture.
XIII – Le prime testimonianze relative alla chiesa di San Mamete risalgono al XIII secolo.
1582 – San Carlo Borromeo, nella sua visita pastorale ad Affori, fa cenno all’oratorio di San Mamete e all’eremita preposto alla custodia.
1685 – Intervento di restauro per volere del parroco don Francesco Maria Ferrario, curato di Affori. In quell’occasione fu costruito l’altare maggiore e la balaustra. Probabilmente in quell’occasionefurono sopralzate le murature della chiesa e fu rifatta la copertura.
1706 – Il parroco Gian Battista Motta compie un altro restauro (balaustra, pavimentazione, capriate soffitto) e testimonia tale opera con una incisione nella pietra basale davanti all’altare.
1938 – Restauri a cura del parroco Luigi Tognola. Viene eseguita una analisi stratigrafica degli elevati per studiare l’evoluzione storica del manufatto e commissiona al pittore Cocquio la realizzazione della pala ad olio dell’altare in cui viene raffigurato il giovane martire San Mamete.
1985 – Ultimi interventi di restauro a cura dell’arch. Giorgio Cappellini della copertura, della zona absidale con la contestuale stuccatura di alcune fessurazioni.
2000 – Nasce la compagnia di San Mamete come organizzazione culturale per promuovere attività di valorizzazione e fundraising per la chiesa.