La chiesa di S. Lazzaro prospetta sulla strada e invade parte della sede stradale con il suo portico. Il porticato è sorretto da quattro colonne in arenaria sulle quali si scaricano tre archetti che reggono un’ampia trabeazione con cornicione e tetto. La facciata continua sopra il portichetto delimitata da due lesene appena accennate, sulle quali poggia un cornicione orizzontale sagomato coperto da coppi in laterizio e si conclude con un timpano sagomato. Sopra il portico, al centro della facciata, una grande finestra porta luce all’interno della chiesa.
Internamente la chiesa presenta un’unica navata suddivisa da lesene in stucco lucido, poggianti su basamento in marmo di Zandobbio, in quattro campate pressoché uguali. Sopra le lesene che sono complete di capitello ionico in stucco, corre una trabeazione con il relativo cornicione non praticabile, al di sopra del quale si imposta la volta a botte che copre la navata stessa. In corrispondenza delle lesene, nella volta compaiono in rilievo le arcate. La quarta campata è invece coperta da una tazza circolare, completa di cupolino e lucernario con quattro piccole finestre nel tamburo. Il presbiterio sopraelevato di tre gradini rispetto al pavimento della chiesa è coperto con volta a botte. La parete di fondo piana è raccordata alle pareti d’ambito, mediante tratto di pareti e di volta ad andamento curvo. La chiesa riceve luce da nove finestre poste sopra il cornicione; quattro delle quali chiuse, ma complete delle relative strombature di raccordo alla volta della navata.
XI – Le prime notizie della Chiesa di S. Lazzaro sono del 1179. Si trovano in un documento del vescovo Beato Guala e ci informano che S. Lazzaro era annessa all’Ospedale dei lebbrosi, e che era posta fuori dell’antico muro di difesa, protratto solo dopo il 1466.
1410 – Nel 1410 Pandolfo Malatesta, Signore di Bergamo, la fece restaurare perché in buona parte rovinata dalle fazioni guelfe e ghibelline.
1551 – Una croce di marmo murata sopra la porta del coretto a sinistra dell’ altare, venuta alla luce durante gli ultimi restauri, porta nei caratteri dell’epoca la data 1551e potrebbe essere una delle croci unte dal vescovo Regazzoni nella “Consacrazione”.
XVIII – La sistemazione della chiesa
risale al 1722 durante l’episcopato del card. Pietro Priolo, come si legge in una iscrizione scolpita sul marmo nero a sinistra di chi entra.
1955 – vengono restaurati gli apparati decorativi interni della chiesa
1966 – vengono effettuati lavori di sistemazione dell’altare maggiore
1992 – vengono riparati ed in parte rifatti i tetti della chiesa perché gravemente danneggiati.