La chiesa, orientata a nord-est, è ad impianto rettangolare con abside emiciclica.
L’edificio è anticipato da un ampio e profondo sagrato che per metà del suo sviluppo è inserito in una sorta di quadriportico (portici sui due lati e un diaframma costruito da una trabeazione su pilastri per la parte frontale).
Sul lato sinistro in prossimità della facciata è conservato un edificio cilindrico in laterizio con aperture circolari destinato originariamente a Battistero, ed attualmente utilizzato come archivio parrocchiale.
La facciata principale è rettangolare con un andamento convesso caratterizzato da una strombatura ottenuta nell’apparecchiatura dei filari di laterizi e termina in sommità con un basso frontone in cemento, sopra la dedicazione della chiesa e l’anno di costruzione, realizzate con lettere metalliche ancorate alla muratura.
Sopra al portale architravato realizzato in marmo di Carrara dall’architetto Vitaliano Marchini si sviluppa un’alta e stretta monofora caratterizzata da una vetrata artistica raffigurante San Giuseppe con il Bambino in braccio, opera di Martinetti, tutt’intorno i diversi titoli della sua protezione (patrono della Chiesa universale, delle vocazioni, della famiglia, della gioventù, degli sfollati ed emigrati, degli ammalati, e dei morenti).
Superato un poco profondo nartece in cui è collocata la lapide commemorativa della consacrazione della chiesa, nonché otto dipinti parietali di Martinotti, si accede tramite porte in legno e vetro all’aula unica della chiesa.
In controfacciata sopra a suddetto spazio si sviluppa la cantoria di uguale profondità.
L’aula è fiancheggiata su entrambi i lati da spazi unitari, collegati con la navata da una serie di porte a vetro e legno a due battenti.
Tali ambulacri sono destinati a sinistra a penitenzieria e a destra a cappella feriale.
Superiormente a questi ambienti di servizio si aprono ampi matronei illuminati da lunghe e strombate monofore e affaccianti tramite balconata all’aula sottostante.
Il presbiterio è rialzato rispetto all’aula; vi trovano collocazione i poli liturgici e, dietro una seduta semicircolare in marmo di Carrara, si sviluppa l’abside ad andamento emiciclico in cui è collocato il fonte battesimale circolare sempre in marmo di Carrara e un crocifisso in gesso appeso.
Gran parte delle pareti della navata e la zona absidale ad andamento emiciclo sono rivestite in opera musiva. Sulla parte sinistra della parete che separa la navata dall’abside, in corrispondenza dell’arco trionfale e dove precedentemente era presente uno dei due altari laterali, trova collocazione il tabernacolo.
1939 – La chiesa appartiene al progetto portato avanti dal Comitato Nuovi Templi e voluto dal cardinale Schuster dopo la prima guerra mondiale. Il 12 marzo del 1939 il cardinale, giunto alla sesta chiesa del progetto, decise di far costruire in questa zona una chiesa dedicata a San Giuseppe dei Moribondi. I lavori inziarono il 27 ottobre sotto la guida dell’architetto Umberto Del Corno.
1941 – La chiesa fu consacrata il primo novembre del 1941 dal cardinale Ildefonso Schuster. La parrocchia venne eretta l’11 ottobre dello stesso anno, stralciandone il territorio da Turro, Lambrate, Crescenzago e Casoretto.
1980 – Progetto e realizzazione dell’adeguamento liturgico del presbiterio a cura di padre Costantino Ruggeri.
1981 – Progetto per la sistemazione interna dell’ex battistero ad archivio parrocchiale a cura dell’architetto Umberto Del Corno.