L’idea di costruire una nuova Chiesa Parrocchiale che sostituisse l’omonima si ebbe quando verso la fine del XVII secolo il paese in espansione contava ormai quasi 3000 abitanti.
I lavori cominciarono nel 1693 e terminarono vent’anni più tardi nel 1713 con la conclusione per opera dell’Arch. Mirani dei primi sette altari appartenenti alla parte occidentale della Chiesa.
La parte orientale della parrocchiale fu terminata successivamente al 1761 da uno sconosciuto architetto con la realizzazione delle balconate e degli altari grandi del Corpus Domini e della Madonna del Rosario
L’architettura rispetta sostanzialmente i canoni ottocenteschi con la volta a botte e la cupola nel centro della croce.
La Parrocchiale fu ornata verso la fine del XVIII secolo da un certo Baccinelli, la facciata della Chiesa fu rinnovata nel XX secolo dall’Ing. Tombola.
Molte delle antiche reliquie presenti sono state donate alla curia nel 1651 dall’illustre cittadino Marc’Antonio Galizzi: generale dell’ordine dei Capuccini e collaboratore di Papa Innocenzo X che su suo incarico incontrò numerosi capi di stato.
La Chiesa di notevoli dimensioni è lunga 65 metri e larga 24.
Tra le opere da segnalare le tele:
“L’Ultima Cena” dello Zugno, “Il Martirio di San Bartolomeo” del Maffei, “Il Martirio di San Lorenzo” del Gandin Vecchio.
La gran pala larga dieci metri ed alta otto che si trova dietro all’altare, rappresenta “La Natività di San Giovanni Battista” fu attribuito per il suo pregio al Caravaggio e successivamente ad un non meglio precisato artista della sua scuola.
L’attribuzione fu smentita e l’autore della pala è rimasto tuttora ignoto.
Le vetrate della Parrocchiale sono dell’artista Oscar di Prata.
L’organo della Chiesa commissionato dalla Curia alla famiglia Serossi è per la sua fattura vincolato dalla Sovrintendenza alle Belle Arti.
XVI – La chiesa di San Giovanni Battista, precedentemente all’attuale, aveva degli altari elencati dalle visite pastorali avvenute a Carpenedolo tra il 1541 ed il 1684.
XVII – Il 25 marzo 1693 la Vicinia di Carpenedolo decise, con 223 voti a favore e 5 contrari, di costruire la nuova chiesa sul posto della vecchia. Si pose subito mano all’opera, su disegno del capomastro Giacomo Mirani, e l’1 aprile 1693 l’arciprete Francesco Zoni benedisse e pose la prima pietra della nuova parrocchiale.
XVIII – Nel 1704 il vescovo Marco Dolfin ordinò di costruire la sagrestia entro un anno. Nella visita pastorale del 13 aprile 1722, di Gianfranco Barbarigo, si registra la sua esistenza.
XVIII – Il senato veneto concesse l’autorizzazione per l’ampliamento della fabbrica il 12 dicembre 1761 e l’ampliamento avvenne nel 1783.
XVIII – Tra il 1749 ed il 1753 si eseguirono diverse opere di completamento della chiesa: il pulpito (1749); il portale d’ingresso (1750); il pavimento (1750); il baldacchino sopra l’altare maggiore (1751); la cornice a stucchi della controfacciata (1753).
XVIII – Il consiglio generale del 21 luglio 1720 prese in esame lo stato precario del campanile cinquecentesco e ne deliberò la demolizione.
XVIII – Nella prima metà del ‘700 furono eseguiti dei lavori per la costruzione del campanile, su progetto del architetto Paolo Soratini.
XIX – Costruzione dei grandi altari del Santo Sacramento e del Santo Rosario, nel 1820 ca.
XIX – Il 25 gennaio 1854 venne fatto il collaudo dell’organo, dalla famiglia di fabbricatori Serassi, ad opera di Luigi Tosi, frate Davide da Bergamo e Vincenzo Antonio Petrali di Crema.
XX – Il 20 gennaio 1902 un decreto ministeriale autorizzò i lavori della nuova facciata. Il 9 marzo 1902 la fabbriceria deliberò la costruzione della nuova facciata su progetto di Luigi Tombola. i lavori iniziarono il 2 aprile 1902 e terminarono il 30 maggio 1903.
XX – La facciata ultimata nel 1903 manifestò sin da subito problemi di spostamento del frontone e di infiltrazioni da acque piovane. I lavori di consolidamento strutturale della stessa furono eseguiti tra il 1908 ed il 1909, su progetto degli ingegneri Mazzocchi e Treccani.
XX – Nel 1933, anno del giubileo della Redenzione, si eseguirono dei lavori per l’abbassamento del frontone della facciata.
XXI – Interventi di consolidamento strutturale e restauro dopo il sisma di Salò del 2005.