La chiesa di San Giorgio al Palazzo si presenta oggi come uno scrigno che racchiude in sè i segni del tempo: le sue origini sono antiche (circa 750 d. C.), ma nel corso dei secoli ha subito diversi restauri e modifiche.
Fondata per la volontà dell’allora Arcivescovo Natale di offrire un nuovo luogo di raccoglimento per la comunità cristiana della città, durante l’epoca di dominio del popolo dei Longobardi ancora non convertitisi al cattolicesimo, venne realizzata propio grazie al sostegno di uno dei duchi longobardi, tale Ratchis, che accordò il supporto per i lavori a patto che la chiesa venisse intitolata a San Giorgio, ritenuto una figura affascinante anche per la popolazione longobarda, soldato presso l’esercito di Diocleziano e martire del IV secolo, raffigurato in due grandi tavole all’ ingresso della chiesa.
La pianta dell’edificio è la classica croce latina: il corpo longitudinale è suddiviso in tre navate e le due laterali si aprono in tre cappelle ciascuna; l’ opera di maggior interesse presente nella chiesa è il lavoro di Bernardino Luini, una sorta di “nicchione” alla fine della navata di destra, raffigurante nella tavola centrale il Compianto di Cristo, contornato da altre due tavole laterali, la tavola della lunetta e la volta
affrescata, un unico grande ciclo in cui addentrarsi per contemplare la Passione di Cristo.
L’ opera del Bernini (1516) è di spicco tanto per l’estro e l’ambizione dell’artista quanto per le tracce delle sue fonti artistiche: all’uso magistrale della prospettiva in queste raffigurazioni contribuì lo studio dei lavori del Bramante presso la vicina chiesa di S. Maria presso S. Satiro – da cui per altro deriva anche l’ispirazione per il soggetto, poichè in questa chiesa è presente un Compianto di Cristo in terracotta – mentre nei tratti dei volti di alcuni tra i numerosi personaggi rappresentati si può riscontrare l’eredità degli studi di Leonardo sulla fisionomia dei volti e del corpo umano.
Altri elementi di interesse artistico e spirituale sono alcune opere più recenti presenti nel transetto e nella zona presbiterale, raffiguranti alcuni episodi del Vangelo, e le altre cappelle, tra cui la più antica dedicata a San Gerolamo, quella della Madonna e quella con le opere relative a San Carlo Borromeo.
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