la chiesa, preceduta da un sagrato asfaltato, presenta una facciata intonacata, costituita da un corpo centrale più alto rispetto ai due laterali. Centralmente è presente il portale in marmo, sormontato da un timpano curvo sorretto da mensole; il portale è affiancato da due finestre rettangolari con contorno sagomato, complete di inferriate. In alto è presente una finestra curva tripartita. Il tetto con struttura in legno a due spioventi conclude l’edificio. Internamente, con pianta rettangolare, si presenta divisa in tre navate e tre campate da lesene che sorreggono il cornicione su cui si imposta, in un primo tratto la volta a botte e nell’ultimo tratto, la tazza circolare. Nella prima campata a sinistra la parete si presenta liscia ed intonacata, mentre a destra sono poste alcune Stazioni della Via Crucis. Nella seconda campata è collocato a sinistra un confessionale, mentre a destra sono collocate altre Stazioni della Via Crucis. Nella terza campata a sinistra è presente l’altare dedicato alla Madonna del Rosario, mentre a destra quello dedicato a S. Giuseppe affiancato dall’ingresso laterale; due ingressi posti verso il presbiterio conducono a sinistra al campanile e a destra alla sagrestia. Il presbiterio è rialzato di tre gradini, presenta pianta rettangolare ed è coperto da volta a botte. Il coro è absidato e coperto da catino
XIII – come riporta lo storico mons. Pagnoni nel volume Le chiese parrocchiali Bergamasche, la prima chiesa dedicata a S. Giacomo si suppone sia sorta sui resti di un oratorio del XIII secolo
1518 – la comunità parrocchiale di Piazzatorre già decretata dal vescovo Pietro Lippomani il 26 ottobre, si rese pienamente autonoma dalla chiesa plebana di S. Martino oltre la Goggia nel 1532
1658 – in occasione della visita pastorale del vescovo Gregorio Barbarigo, la parrocchia di Piazzatorre risultava compresa nella vicaria foranea di Piazza Brembana e godeva di un reddito pari a 320 lire. Nella parrocchiale erano erette la scuola del Santissimo Sacramento, del Rosario e di San Carlo (Montanari
1675 – la chiesa viene ricostruita e successivamente consacrata dal vescovo Daniele Giustiniani
1709 – viene costruito il campanile da mastro Gervasoni di Bordogna, realizzato in pietra di serizzo rosso locale
1836 – viene costruito l’organo da Adeodato Bassi
1913 – la chiesa viene ampliata su progetto dell’arch. Elia Fornoni
1919 – il 7 agosto nuova consacrazione della chiesa per mano del vescovo Luigi Maria Merelli, che sigillò nell’altare maggiore le reliquie dei santi Alessandro e Ippolito
2007 – vengono eseguite opere di restauro e risanamento. In particolare viene realizzato un vespaio areato, posato l’impianto di riscaldamento a pavimento ed nuova pavimentazione in marmo. Inoltre viene costruita la nuova gradinata d’accesso al presbiterio