L’impianto planimetrico del complesso parrocchiale di San Carlo ha la forma di un “omega” ed è costituito da un corpo edilizio parallelo alla strada, da cui si accede al grande volume con base ellittica della chiesa, il cui presbiterio è orientato a ovest.
La facciata principale è composta da una serie di volumi geometrici, parallelepipedi e prismi, che definiscono a sinistra, guardando da strada, la casa parrocchiale, a destra gli spazi del centro parrocchiale.
La facciata su strada, il campanile, la recinzione e gli elementi architettonici configurano uno spazio geometrico lineare che definisce il sagrato, risolvendo al contempo la potenziale contraddizione tra impianto della chiesa ellittica al suo interno e “viste lunghe” dalla facciata su strada.
Il semplice rettangolo dell’esterno non lascia presagire da strada lo spazio circolare dell’interno e la sua luminosità.
La forma di “omega” è stata volutamente scelta dall’architetto Ferruccio Cerutti che ha progettato la chiesa trovando ispirazione nel libro dell’Apocalisse, in cui Cristo si definisce “l’Alfa e l’Omega, il Principio e la Fine”; l’Alfa e l’Omega trovano ampio spazio nelle forme del linguaggio architettonico da lui utilizzato nell’edificio.
Alla chiesa si accede attraverso tre portali, collocati all’interno di un pronao di elevata profondità la quale è accentuata dal colore scuro delle finiture.
Dai portali si accede all’ampia aula assembleare ellittica, coincidente con la parte centrale dell’Omega planimetrico.
Alla sinistra dell’ingresso è collocata la cappella del SS. Sacramento ad uso feriale e separata dall’aula assembleare da una parete vetrata, mentre sul lato destro dell’aula assembleare si apre un ampio matroneo (tribuna).
L’altare è allineato sull’asse minore dell’ellissi, in posizione opposta al portone principale, ed è illuminato con luce zenitale da un lucernario circolare, da cui si diparte, lungo la direttrice dell’asse minore, un lucernario di forma trapezoidale allungata.
La copertura è in travi a vista in legno lamellare ed è sostenuta in posizione centrale da una grande “A”, l’Alfa, un elemento architettonico che sovrasta la zona presbiterale.
La mensa dell’altare è a sua volta sorretta dall’evidente simbolo dell’Omega.
La parete di fondo del presbiterio è decorata a mosaico con la raffigurazione del Crocifisso risorto tra i Santi Ambrogio e Carlo (1992-1994).
A destra dell’altare è collocato il nuovo fonte battesimale opera dello scultore Francesco Lesma (2003); a fare da sfondo al battistero è stato aggiunto nel 2007 un organo a canne della ditta Carlo Capra.
Nella zona destra della tribuna trova collocazione l’ampia vetrata di Graziella Sarno, dal titolo “Una vita per una Vita – Il dono della vita di Cristo per la vita dell’umanità”, opera d’arte inaugurata nel novembre del 1969 all’Arengario e poi donata dalla pittrice alla chiesa di San Carlo.
1965 – La Parrocchia di San Carlo in ordine temporale è l’ultima parrocchia della città di Bresso. La vita parrocchiale nasce nel 1965 intorno alla cappellina del Centro sociale di via don Sturzo poco distante da dove, di lì a poco, verrà edificata la chiesa parrocchiale. Il decreto arcivescovile di riconoscimento delle attività parrocchiali è del 20 luglio 1968 ed entrò in vigore il 13 ottobre dello stesso anno.
1968 – La chiesa viene realizzata su progetto dell’architetto milanese Ferruccio Cerutti. L’area per la sua edificazione venne acquisita nel 1967 dal Prevosto della parrocchia dei Santi Nazaro e Celso dalla famiglia Romani. Giuridicamente venne costituita nel 1971 quale terza parrocchia di Bresso. Si tratta di una chiesa spazialmente compatta, concepita come baricentro di un ampio centro parrocchiale, che comprende oltre alle abitazioni del clero, alcuni locali parrocchiali di servizio e un auditorium seminterrato.
2003 – Il preesistente fonte battesimale ad immersione posto a lato dell’ingresso è sostituito da un nuovo fonte battesimale, opera dello scultore Francesco Lesma, che viene collocato su una pedana rialzata a lato della zona presbiteriale.
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