Chiesa di Maria Immacolata (Paderno Dugnano)

L’edificio si erige parallelo alla via d’accesso sopraelevato rispetto al piano stradale, il volume della chiesa è inglobato all’interno dell’area del centro parrocchiale. Il progetto degli architetti Carlo Bossi e Goffredo Boschetti, presenta una struttura architettonica semplice che la accomuna ad altri edifici sacri della diocesi milanese, costruiti negli anni 70 del secolo breve, e si inserisce nel filone delle architetture sacre in serie.

La scelta della diocesi milanese di avviare processi costruttivi di edifici di culto in serie, fu guidato anche dalle limitate risorse e disponibilità economiche che le parrocchie del territorio avevano.

La chiesa di Maria Immacolata venne edificata tra il 1977 e il 1978 quando si presentò la necessità di un edifico religioso parrocchiale per il rione Calderara di Paderno, una porzione del territorio molto abitata – da sempre con una sua autonomia – e che andava sempre più espandendosi.

La chiesa ha un’architettura semplice compatta, una composizione di bassi prismi, disposti nel lotto in cui sono edificati in modo lineare e collegati tra di loro, che si sviluppano con una forma planimetrica rettangolare.

Il manufatto architettonico è chiuso all’interno di un recinto con antistante giardino e uno spazio assimilabile al sagrato, sopraelevato rispetto al piano della via comunale posta ad est.

A ovest e a nord della chiesa trovano spazio le strutture dell’oratorio e delle attività sportive, mentre a sud si trova un ampio parcheggio ed è collocato il fabbricato edificato negli anni 60 del Novecento per l’oratorio e l’asilo parrocchiale, oggi sede del patronato e del Circolo ACLI.

L’edificio di culto ha una pianta rettangolare con il lato lungo parallelo all’andamento stradale.

La facciata principale, posta ad est è definita dalla presenza di un volume aggettante preceduta dal pronao, in cui trova spazio il portone principale e da un secondo portale d’accesso protetto dalla falda di copertura che ne definisce uno spazio coperto.

Il pronao è coperto da una falda molto inclinata a ventaglio sorretto da pilastri che ne sottolinea la centralità.

Ala sinistra dell’edificio trova spazio un ampio parcheggio che permette la visione del fianco della chiesa, posto a sud, e del pannello a rilievo in bronzo “Ad Jesum per Marian” e della grande croce in acciaio collocata sulla sommità dell’edificio nel 2000.

Attraverso un percorso pedonale, da cui si accede dal piazzale, inserito in un giardino vi è l’accesso alla cripta posta al di sotto dell’aula assembleare e utilizzata come cappella iemale.

La semplicità e la povertà del progetto di partenza, così come l’essenzialità dei materiali impiegati: muratura con intonaci rustici, tinteggiati con colori naturali; massicce travature lignee a sostegno delle coperture, caratterizzano l’aula liturgica: un ampio spazio luminoso, in cui grandi vetrate mettono in relazione l’interno con l’esterno e in cui un gioco di livelli definisce la zona presbiterale.

La zona del presbiterio è centrata rispetto alla larghezza dell’aula liturgica al centro è collocato l’altare opera dello scultore Roberto Aloi (1897-1981), che realizzò anche il tabernacolo, l’ambone, la seduta, in pietra artificiale con inserti policromi.

Alla sinistra del portone d’ingresso, in uno spazio delimitato verso l’esterno da una grande vetrata, prospiciente il giardino interno all’area antistante la facciata principale, è collocato il fonte battesimale e il basamento del cero pasquale, anche questi opera dello scultore Roberto Aloi.

La copertura dell’aula è sorretta da grandi travature lignee, assimilabile a capriate, che ritmano la suddivisione dello spazio interno.

La parte centrale della copertura, quella coincidente con la parte centrale del presbiterio e dell’intero manufatto architettonico, è rialzata rispetto alla quota della copertura dell’edificio e nel volume trovano spazio dei lucernari che permettono l’illuminazione zenitale dell’altare e dell’aula assembleare.