Il piccolo oratorio posto a valle dell’abitato di Somadino è anche chiamato dei Morti per le ossa umane che sono ancora visibili in una nicchia quadrata posta in facciata sopra la porta di accesso. La chiesa è molto semplice e contenuta: un’unica navatella in due campate distinte da una coppia di lesene e coperta, sopra il cornicione dipinto in finto marmo, da una volta a botte con unghie che accolgono sul lato sinistro due finestre e sul lato destro due specchiature. Uno scalino ed una balaustrata in ferro battuto separano l’aula dal modesto presbiterio quadrangolare, voltato a botte. Unico manufatto artistico degno di segnalazione è la pala della Madonna Addolorata.
1825 – Il ritrovamento delle spoglie di due vittime della peste del 1630, spinse Giulio Maffei ad intraprendere privatamente la costruzione della chiesetta: il 30 marzo 1825 furono poste le fondamenta ed il 12 ottobre 1825 furono terminati i lavori.
1836 – Nel 1836 Maffei dotò la chiesa di dodici Messe all’anno ed avviò le pratiche per donarlo alla parrocchia di Casargo.
1840 – La chiesa divenne di proprietà della parrocchia di Casargo e fu benedetta dal parroco Magni il 26 febbraio 1840, millesimo inciso sulla chiave della porta.
1953 – La chiesa subì lavori di restauro, principalmente riguardanti le coperture.
1991 – Nel 1991 la chiesa fu restaurata con la sistemazione del muro ad est e dei cornicioni, l’eliminazione del vecchio pavimento con la creazione di un vespaio, la ridipintura e la fornitura di nuova panche.