Chiesa della Visitazione di Maria ad Elisabetta (Cemmo, Capo di Ponte)

Diocesi di Brescia - chiesa sussidiaria - Lombardia

Capo di Ponte - BS - 25044

0364/42065

Le informazioni riportate, in tutto o in parte, sono riprese da BeWeb, la banca dati dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della CEI , implementata dalle diocesi e dagli istituti culturali che hanno concluso il rilevamento e la descrizione del patrimonio sul proprio territorio. Quanto pubblicato è da intendersi work in progress e pertanto non esente da eventuali suggerimenti per essere migliorato e reso più efficace.

XII – Fondata con tutta probabilità dal monastero dei Santi Faustino e Giovita di Brescia, che vi aveva beni, è già nominata in una Bolla di Innocenzo II, del 10 agosto 1133.
XVII – Tra il 1602 e il 1611, la chiesa venne in parte ricostruita rivolta a oriente conservando del primitivo edificio il campanile romanico, il portico a monte, sul Clegna, e l’angusta sagrestia.
XVII – L’altare in legno venne realizzato nel sec. XVII.
XVII – A seguito della visita pastorale del vescovo Marino Giorgi, nel settembre 1603, venne trasferita la sede della confraternita dei Disciplini di Santa Maria Elisabetta dall’omonimo oratorio (poi demolito) alla chiesa dei SS. Faustino e Giovita che da allora assunse il titolo di Chiesa della Visitazione di Maria ad Elisabetta.
XVII – Verso la metà del XVII sec. vennero costruiti, in facciata, il portico d’ingresso e il frontone.
XVIII – I lavori di costruzione della sacrestia vennero completati nel 1731.
XVIII – Nel 1797, la Repubblica Cisalpina incamerò tutti i beni e le proprietà connesse alla chiesa e la Confraternita dei Disciplini venne fusa con quella del Santissimo Sacramento.
XIX – Nel 1829 la chiesa venne acquistata dalla famiglia Sgabussi.
XX – Nel 1920 la famiglia Sgabussi donò l’edificio alla parrocchia.
XX – Tra il 1977 e il 1978 la chiesa venne restaurata. I lavori vennero affidati all’architetto Gianni Prandini, i restauri delle decorazioni pittoriche vennero curati da Tino Belotti.

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