Alla chiesa della Sacra Famiglia, orientata a ovest e realizzata su progetto dell’arch. Ferruccio Cerutti, si accede da due ingressi ad arco ricavati nei muri perimetrali del chiostro e preceduti da scalinate; essi sono ubicati sui lati opposti del complesso (il principale da piazza Sacra Famiglia, il secondario da via Tonale).
Da questi ingressi si accede non direttamente alla chiesa bensì al chiostro che si configura: dal punto di vista simbolico come elemento “filtro” tra la città e lo spazio liturgico, dal punto di vista funzionale come elemento distributivo ai diversi edifici che compongono il complesso parrocchiale (la chiesa, il sottostante salone per attività parrocchiali e le abitazioni dei sacerdoti).
Si tratta di un quadriportico rettangolare che tipologicamente richiama l’atrium delle basiliche paleocristiane – uno spazio circondato da un portico lungo i lati interni, chiuso verso l’esterno e che precede l’ingresso all’edificio sacro – mentre la presenza del giardino al centro di esso richiama l’hortus conclusus dei chiostri dei monasteri medievali.
Di fatto la chiesa non presenta la classica facciata principale poiché al di sopra del portico, su cui prospettano le vetrate dell’ingresso, parte subito la falda curva della copertura, e dallo stesso spazio limitato del chiostro ben poco si percepisce della presenza architettonica della chiesa.
La fruizione visiva dell’articolazione dei volumi si ha solo dall’esterno: un volume basso scandito da piccole finestrature quadrate si contrappone al parallelepipedo verticale in corrispondenza del presbiterio, caratterizzato sui lati da due grandi croci e posteriormente dalle possenti nervature di pilastri e dal campanile.
I due andamenti, orizzontale e verticale, sono raccordati in un volume unico dalla copertura a parabola che, partendo dal portico di ingresso, raggiunge la maggiore altezza in corrispondenza del presbiterio.
Da uno dei lati del quadriportico, scandito dal ritmo delle arcate minimali in legno lamellare, si entra all’interno dell’edificio di culto, tramite due ingressi vetrati.
All’interno l’ambiente unico dell’aula rettangolare è caratterizzato dall’andamento delle travi in legno lamellare a vista che sorreggono la copertura fino a curvare in verticale in corrispondenza del presbiterio, alla sommità del quale si aprono dei lucernari tondi che illuminano zenitalmente l’altare.
Le travi in legno lamellare sono a vista, mentre i pannelli in legno del soffitto tra una trave e l’altra sono tinteggiati di bianco ad eccezione della parte terminale rimasta in legno a vista.
La controfacciata è una vetrata continua intervallata da grossi pilastri in c.a. da cui si dipartono le travi lignee, mentre le pareti laterali sono bianche e scandite da pilastri.
La parete sinistra dell’aula si apre su una navatella illuminata da finestrelle quadrate; la prima parte in prossimità dell’ingresso è stata chiusa con vetrate per ricavare il confessionale.
La parete destra è invece un tamponamento continuo con due porte vetrate che danno accesso rispettivamente alla cappella feriale e alla sacrestia.
Il presbiterio è sopraelevato rispetto al pavimento dell’aula ed è accessibile da una gradinata frontale e due laterali di quattro alzate ciascuna.
La parete di fondo del presbiterio, scandita dalle possenti nervature dei pilastri a tutta altezza, è decorata nella parte centrale da un mosaico con la raffigurazione di Cristo risorto della scuola del Beato Angelico. A sinistra dell’altare vi è l’ambone in legno, a destra il Crocefisso e, in posizione più bassa, il fonte battesimale in pietra collocato su una pedana in legno removibile.
Sulla parete di fondo del presbiterio, nelle nicchie formate dalle nervature strutturali, trovano collocazione le sedute della presidenza; nel raddoppio del pilastro di destra è ubicato il tabernacolo.
Le nervature terminali della parete scandiscono gli spazi in cui sono ospitati: a sinistra l’organo, a destra il gruppo scultoreo della Sacra Famiglia.
1965 – Il 26 settembre 1965 fu posta la prima pietra dell’originaria chiesa del quartiere Bellaria di Cinisello, sorta per volere di don Massimo Pecora; la costruzione si concluse due anni dopo nel giugno del 1967. L’edificio è tutt’oggi esistente e il suo salone, che fu adibito alla celebrazione del culto fino alla conclusione dei lavori della nuova chiesa nel 1976, è attualmente utilizzato per l’oratorio.
Il 21 aprile 1968 ci fu l’inaugurazione e venne nominato in qualità di parroco don Giuseppe Huonder; l’anno successivo, il 20 luglio, venne emanato il Decreto Arcivescovile di erezione della Parrocchia Sacra Famiglia.
1975 – La chiesa viene realizzata nel 1975-76 su progetto dell’architetto Ferruccio Cerutti. La nuova chiesa è spostata più a sud rispetto al preesistente edificio provvisorio.
L’11 dicembre 1977 fu celebrata la solenne consacrazione della nuova chiesa parrocchiale da parte del Card. Giovanni Colombo.
1978 – Nel 1978 si commissiona alla scuola del Beato Angelico di don Marco Melzi l’esecuzione del mosaico della parete di fondo del presbiterio raffigurante Cristo risorto.
1999 – Tra il 1999 e il 2001 vengono realizzati dall’artista Barbara Pietrasanta i pannelli affrescati raffiguranti le 14 stazioni della Via Crucis, applicati ai pilastri delle pareti laterali. Nel 2000 si attuano altre modifiche interne: la chiusura con vetrate della zona a sinistra dell’ingresso per i confessionali e il potenziamento dell’impianto di illuminazione con l’aggiunta dell’americana con faretti per illuminare il presbiterio.
2000 – Il campanile, previsto nel progetto iniziale dell’arch. Cerutti, viene realizzato solo venticinque anni dopo l’edificazione della chiesa, configurandosi come completamento.
2012 – Negli anni 2012-13 si eseguono interventi sugli esterni che consistono in: rifacimento finitura facciata ovest, restauro del campanile in legno lamellare e doratura delle grandi croci sui fianchi nord e sud.