la facciata, in marmo bianco di Trescore e Zandobbio, è divisa in tre ordini, la cui altezza diminuisce progressivamente salendo verso l’altro, ed è scandita in tre settori da doppie lesene lievemente sfalsate tra loro.
Nell’ordine inferiore si apre un unico ampio portale sormontato da timpano ed affiancato da colonne con capitelli decorati con cherubini e altri motivi. Nella parte centrale dei due ordini superiori si trovano invece una finestra e lo stemma del monastero: la spada di San Paolo. Nelle quattro nicchie dei settori laterali, trovano posto le statue dei santi Pietro, Paolo, Benedetto e Scolastica. Sul fianco di sinistra della chiesa è visibile la base dell’antico campanile in arenaria. Staccato dalla chiesa, sempre sul fianco sinistro, si erge l’attuale campanile. Internamente la chiesa presenta un’unica ampia navata suddivisa da lesene rudentate, in tre campate: nella prima campata troviamo a sinistra la cappella dedicata ai Santi Andrea, Giovanni, Pantaleone e Lucia, a destra quella dedicata a Sant’Antonio da Padova, e santi protettori di Bergamo; nella seconda campata a sinistra è presente la cappella dedicata alla Beata Vergine e a destra quella del Crocifisso; nella terza campata sempre a sinistra si trova la cappella dedicata a S. Gregorio Magno e a destra quella dedicata a S. Benedetto. Le cappelle hanno pianta rettangolare e sono sormontate da cupole ellittiche illuminate da lanterne; la navata è invece sovrastata da una grande volta a botte con archi inclinati di raccordo alle estremità. Nelle pareti angolari di raccordo della navata quattro aperture che danno accesso alle sagrestie, al Battistero e ad altri piccoli ambienti. Il presbiterio è sopraelevato rispetto alla navata di cinque gradini ed ha pianta quadrata; dal presbiterio si accede all’abside. che contiene il coro. La chiesa è illuminata da tre finestre per lato della navata oltre a quella in contro facciata; mentre sul presbiterio sono presenti altre quattro finestre.
1079 – con atto del 19 maggio il conte Giselberto di Bergamo donò ai monaci un fondo in Argon per erigervi un monastero in onore dei Santi Pietro e Paolo. Le origini della chiesa coincidono con quelle del monastero.
1126 – alcuni nobili di Bergamo vendevano al Monastero di S. Paolo le parti delle loro case e i beni del castello e della originaria chiesa.
1198 – l’11 aprile il vescovo Lanfranco consacrava la chiesa sorta nel frattempo con i privilegi dei Papi Callisto II e Onorio II.
1466 – Papa Paolo II assegna il monastero in commenda a Giovanni Battista Colleoni, nipote del condottiero
1496 – nell estate di quest’anno con bolla del papa Alessandro VII si stabbilisce l’annessione del monastero e della chiesa alla congregazione di Santa Giustina di Padova denominata in seguito Cassinese. Nel 1497 al chiesa subì interventi di ristrutturazione a seguito del passaggio proprietà dai monaci cluniacensi ai cassinesi
1506 – il coro e le pareti della chiesa vennero affrescate
1575 – delegati dell’arcivescovo di Milano Carlo Borromeo visitarono la chiesa parrocchiale di San Paolo in Argon, nella pieve di Telgate, nella quale era annotata la presenza di un curato mercenario, di nomina del monastero, che era preposto a circa 200 parrocchiani, di cui 60 comunicati. Non si teneva la scuola della dottrina
1588 – alla chiesa vennero aggiunti due altari e ampliati quello dedicato a S. Benedetto e a S. Sebastiano
1620 – la chiesa venne decorata con affreschi del Baschenis di Averara
1650 – venne ristrutturata la chiesa dopo la demolizione della torre campanaria a causa di un fulmine.
1781 – nella relazione fatta dal parroco di San Paolo d’Argon in occasione della visita pastorale del vescovo Dolfin, avvenuta il 17 luglio, si annotava che all’altare maggiore era eretta la scuola del Santissimo Sacramento.
Era attestata anche la presenza della confraternita della Beata Vergine del Riscatto e il consorzio di Sant’Andrea. Entro i confini della parrocchia erano registrati gli oratori campestri della Madonna d’Argon, San Pietro e San Lorenzo, i quali erano di proprietà del monastero; mentre l’oratorio di San Giuseppe era di proprietà della famiglia Colleoni.
Si esercitava la pratica della dottrina cristiana per i parrocchiani che erano in tutto 538, di cui 403 da comunione.
1797 – dopo la soppressione del monastero da parte di Napoleone, i beni della chiesa passarono all’ospedale cittadino.
1861 – nello Stato del clero della diocesi di Bergamo, la parrocchia di San Paolo d’Argon risultava di giuspatronato dell’Ospedale maggiore di Bergamo ed era compresa nel vicariato di Seriate. Aveva la cura di 700 anime e quattro oratori dipendenti: San Lorenzo martire, San Giovanni Battista, San Pietro apostolo e il santuario di Maria Vergine. Il clero era costituito dal parroco, da un coadiutore parrocchiale e da un altro sacerdote.
1912 – vennero effettuati interventi di restauro ad opera dell ‘ing. Luigi Angelini ricostruendo anche la scalinata d’accesso al presbiterio e di realizzare una nuova balaustra mistilinea in sostituzione di quella esistente.
1924 – la chiesa subì un ulteriore intervento di restauro con particolare attenzione posta alle lesene della navata
1968 – rifacimento intonaci esterni, revisione del tetto e dei serramenti
1986 – vengono in parte rifattele coperture ed in parte solo revisionate
1989 – la facciata viene restaurata
1991 – viene effettuato un restauro conservativo dell’intera chiesa