Chiesa della Beata Vergine Maria del Buon Soccorso (Brusaporto)

Diocesi di Bergamo - chiesa sussidiaria - Lombardia

Brusaporto - BG - 24060

035/681044

Le informazioni riportate, in tutto o in parte, sono riprese da BeWeb, la banca dati dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della CEI , implementata dalle diocesi e dagli istituti culturali che hanno concluso il rilevamento e la descrizione del patrimonio sul proprio territorio. Quanto pubblicato è da intendersi work in progress e pertanto non esente da eventuali suggerimenti per essere migliorato e reso più efficace.

1535 – la chiesa viene menzionata negli atti della visita pastorale del 1535
1555 – nel 1555 alla chiesa di S. Martino è annessa una cappellania fondata dal defunto Mafeo de Albricis con un legato di quattrocento libbre a favore della Misericordia Maggiore di Bergamo a cui incombe di provvedere alla celebrazione di una messa quotidiana
1567 – negli atti della visita del vescovo Federíco Cornaro del 1567 la chiesa è descritta come: costruita in pietra, possiede tre altari di cui uno solo, quello dello Spirito Santo, è dedicato o consacrato dopo un suo recente restauro finanziato dalla nobildonna Barbara vedova di Mafeo de Albricis
1575 – negli atti della visita di S. Carlo Borromeo del 1575 viene riportato che: la chiesa di S. Martino, in mezzo ai campi, è “satis ampla et decens” con tre altari. Il maggiore, sotto una volta dipinta, “habeti conam lígneam”, cioè una pala su tavola, che deve però essere sostituita da una più decente.
Le due finestrelle ai lati dell’altare devono essere murate, come pure deve essere chiusa, entro quindici giorni, la finestra laterale, troppo bassa rispetto al piano del pavimento. Il secondo altare, dedicato a S. Maria, deve essere rimosso entro tre giorni. Queste ingiunzioni però non vennero attuate
1625 – durante la visita del 1 giugno 1965, Mons. Federico Cornaro potè ammirare personalmente gli affreschi della chiesa di S. Martino: “multae sunt imagines pictae”
1641 – negli atti della visita del vescovo Luigi Grimani del 1641, viene descritta la seguente situazione: il tetto del coro ha urgente bisogno di essere rifatto perché non sia tutto danneggiato dalla pioggia; lo stesso coro necessità di ritinteggiatura fino alle immagini degli Evangelisti e senza toccare “imagines B.V.M. quae est a dextris, et S. Martini quae est a sinistris Altaris”. L’acquasantiera esterna non è ancora stata sistemata all’interno. In sacrestía si deve porre un lavacrum, pro lavandis manibus sacerdotum”
1693 – negli atti della seconda visita del Vescovo Giustiniani, viene riportato che: la chiesa di S. Martino è amministrata “non dà suoi propri sindaci, come il passato, ma dal Comune”
1703 – negli atti della visita pastorale del Vescovo Ruzini del 1703 l’oratorio di S. Martino viene descritto con due altari: il maggiore è abbellito da una tavola raffigurante l’Annunciazione; l’altro, in fondo alla chiesa vicino alla porta principale, è sormontato da un affresco in parte rovinato che rappresenta la discesa dello Spirito Santo sugli apostoli
1780 – nel 1780 alla denominazione solita della chiesa è aggiunta la precisazione “degli Orfani”
1957 – durante le opere di restauro effettuate nel 1957, ai lati della Madonna sono affiorate le figure di: S. Martino, in abito vescovile con mitria e pastorale, e S. Giovanni Battista
1969 – opere varie vennero eseguite nella chiesa
2011 – risanamento conservativo delle coperture della chiesa

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