la chiesa, nonostante si presenti un’ evidente complessità, ha una pianta sostanzialmente quadrangolare, con lati convessi. Le coperture a tenda sono riconducibili geometricamente al paraboloide iperbolico a doppia curvatura inversa. Dello stesso tipo la volta in facciata, con la particolare versione della sella, che è ripresa in scala ridotta dalla porta principale, la quale è composta da un fitto intreccio di vetri colorati e metallo. La facciata ha per coronamento due ampie vetrate triangolari ed affiancata da due ingressi secondari, nascosti dalla sinuosità della struttura. Il retro dell’edificio presenta le stesse forme e le stesse vetrate della facciata, ma la parte centrale è occupata da una copertura metallica triangolare fortemente inclinata, che presenta un tendenza a risalire nella parte terminale. L’architettura realizzata in cemento armato con la casseratura delle tavole in legno a vista, propone una soluzione costruttiva di tensostrutture con elementi di copertura a tenda sospesi da pilastri inclinati che traducono simbolicamente il passo del vangelo indicato in greco sugli amboni: “E il verbo si fece carne e pose la tenda in mezzo a noi. Internamente le forme, coadiuvate da giochi di luce ed ombra, contribuiscono a creare un ambiente mistico e primordiale, dove risulta decisamente marcato il contrasto tra le penombre delle nicchie che la struttura crea e le vetrate poste in sommità, ricorda ai fedeli di essere in un luogo sacro. Nell’aula, dalla quale si accede tramite quattro ingressi secondari ed uno principale, i banchi sono disposti radialmente rispetto all’altare, il quale è sopraelevato di tre gradini, Anche all’interno è presente il cemento lasciato a vista sulle pareti; viene invece usato il granito per l’ambone e la sede, collocata lateralmente insieme ai posti per gli altri officianti; l’ abside, nella cui vela campeggia l’immagine in rilievo dell’Immacolata. La chiesa non ha campanile, non edificato al tempo della costruzione della chiesa per mancanza di fondi.
1960 – l’architetto Pizzigoni che ideò e diresse i lavori di costruzione della chiesa, intese proporre una sua singolare intuizione spaziale. Stimolato dalle aperture concettuali e pastorali che sarebbero poi maturate nel Concilio Vaticano II, egli rivendicò al moderno costruttore di chiese il compito di superare ogni dettaglio formalistico e letterario della tradizione, per una sua valorizzazione secondo lo spirito, quello che spinge ad inventare sempre nuove forme, al passo con lo sviluppo della tecnologia e con la maturazione delle aspirazioni profonde dell’animo umano
1961 – il 24 giugno 1961, in zona centrale rispetto al quartiere residenziale sviluppatosi dopo l’ultima guerra, il vescovo Giuseppe Piazzi poneva la prima pietra della nuova chiesa parrocchiale, che fu infine consacrata il 29 giugno 1966 dall’arcivescovo Clemente Gaddi, che trasferiva il titolo di Beata Vergine Immacolata e poneva nella mensa dell’altare comunitario le reliquie dei Santi Alessandro e Pio.
1986 – viene presentato progetto per il rifacimento del manto di copertura della chiesa oltre al consolidamento delle strutture portanti per eliminare le condizioni di degrado del calcestruzzo a vista che costituisce il materiale di tutta la chiesa
1991 – viene posato un nuovo portale d’ingresso alla chiesa parrocchiale
1992 – viene sistemato il sagrato e la scala d’accesso alla chiesa
1994 – vengono effettuate opere di consolidamento materico alle facciate della chiesa
1994 – viene rifatto l’impianti di riscaldamento con formazione di nuove canalizzazioni coibentate, inoltre viene messo a norma l’impianto elettrico
2007 – sostituzione bussole d’ingresso e miglioria porte laterali