orientata secondo il criterio tradizionale liturgico, è parte dell’ ex complesso monastico che comprende anche, il piccolo chiostro e una corte rustica sorge nella zona orientale della città, lungo la via Santi Maurizio e Fermo, poco distante dal Cimitero Monumentale. La chiesa, preceduta da uno spazio di sagrato in erba con gradinata in pietra, ha una semplice facciata a capanna, con un portale architravato che reimpiega nello stipite sinistro un antico frammento in marmo bianco raffigurante due teste di toro legate con un festone di fiori e frutta. Sul prospetto laterale accanto alle due snelle monofore, compaiono altre aperture. Tra la chiesa e il corpo sporgente della sacrestia è inserito il campanile realizzato con blocchi di pietra sbozzati. Internamente presenta unica navata a pianta rettangolare, con travi in legno a vista. A destra è presente un ampio spazio occupato dall’antica arca in pietra, dove la tradizione ricorda che vennero sepolte le reliquie dei S. Fermo e Rustico dopo il loro trasporto da Verona a Bergamo. L’arca è posta a quota più bassa rispetto al piano della navata, ed è delimitata da alta inferriata in ferro battuto con cancello. Nel pavimento della chiesa, accanto al campanile è collocata una pietra tombale decorata con stemma nobiliare. Sulla parete sinistra della navata sono poste finestre ad arco e un ingresso laterale. Il presbiterio presenta pianta rettangolare, è sopraelevato di due gradini ed è coperto da volta a ombrello dipinta. Le pareti del presbiterio presentano decorazione del XVIII secolo
1154 – la prima citazione del monastero benedettino femminile di S. Fermo “in campis”, nella cui chiesa si conserva l’arca con i corpi dei santi martiri Fermo, Rustico e Procolo, è contenuta nella bolla di papa Anastasio IV del 19 marzo
1399 – a fronte di un’epidemia di peste, le autorità cittadine decisero di trasformare il complesso religioso, così come quelli di Valmarina e S. Giorgio, in lazzaretto, salvo poi revocare la disposizione
1520 – importante campagna di restauri attuata nel 1520 al fine di evitare il trasferimento delle monache. A tale periodo risale la costruzione del campanile della chiesa
1575 – in un manoscritto recante l’elenco dei benefici delle chiese della diocesi di Bergamo era, tra le altre, censita la chiesa e monastero di San Fermo “translatam ad monasterium de Sancti Benedicti”
1575 – in ottemperanza alle disposizioni tridentine che prevedevano il trasferimento entro le mura cittadine dei monasteri isolati in campagna, il 15 settembre, il cardinale Carlo Borromeo stabilì che le otto monache fossero unite alle benedettine di Valmarina
1666 – nel Sommario delle chiese della diocesi di Bergamo, redatto dal cancelliere Marenzi, si legge che entro la circoscrizione della chiesa parrocchiale prepositurale cittadina di Sant’Alessandro martire si registrava la presenza della chiesa dei Santissimi Fermo e Rustico, con l’antico monastero delle monache dell’Ordine di San Benedetto
1940 – la chiesa viene donata dalle suore benedettine alla Parrocchia di S. Anna in Borgo palazzo. I locali un tempo adibiti a monastero vengono incede venduti a privati
1958 – la chiesa è sottoposta ad un generale intervento di restauro su progetto dell’ingegner Luigi Angelini
1970 – nuovo impianto di riscaldamento
1989 – restauro generale dell’ex complesso monastico
1992 – viene rinnovato l’impianto di riscaldamento della chiesa
1994 – ristrutturazione del presbiterio e restauro del campanile