Cattedrale di Sant’Alessandro (Bergamo)

Diocesi di Bergamo - Chiesa cattedrale - Lombardia

Cattedrale di Sant'Alessandro Martire, Piazza Duomo, Bergamo, BG, Italia

035/271208

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Le informazioni riportate, in tutto o in parte, sono riprese da BeWeb, la banca dati dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della CEI , implementata dalle diocesi e dagli istituti culturali che hanno concluso il rilevamento e la descrizione del patrimonio sul proprio territorio. Quanto pubblicato è da intendersi work in progress e pertanto non esente da eventuali suggerimenti per essere migliorato e reso più efficace.

  • VII: Bergamo ebbe nel passato due cattedrali con i rispettivi capitoli: S. Vincenzo nel cuore del centro storico e S. Alessandro appena fuori la città, verso gli orti di Borgo Canale. Quest’ultima chiesa venne abbattuta dai veneziani dediti alla costruzione delle nuova mura militari
  • X: per volontà del vescovo Adalberto, viene eretta in S. Vincenzo la cappella della SS. Trinità
  • 1027: in seguito alle profanazioni barbariche, il vescovo Ambrogio II, riconsacra la Cattedrale di S. Vincenzo
  • 1284: S. Vincenzo diviene sede della costituita Misericordia maggiore
  • 1341: il papa Benedetto XII, assolve la città dall’interdetto e impone l’erezione della cappella di S. Benedetto aderente alla cattedrale di S. Vincenzo
  • 1459: il 3 maggio, il vescovo Giovanni Barozio pone la prima pietra della nuova cattedrale, progettata da Antonio da Averlino, detto il Filerete
  • XVI – 1568: all’inizio del XVI secolo, risultano impostate le sei nuove cappelle della navata, ma i lavori vengono sospesi. Il 4 agosto 1561 viene abbattuta dai Veneziani la vetusta Basilica di S. Alessandro. I canonici di quel capitolo, con le reliquie dei santi concittadini, ripararono in S. Vincenzo per favorire l’unione dei due Capitoli di S. Vincenzo e S. Alessandro,. Il vescovo Federico Cornaro provvede all’erezione di un Coro provvisorio
  • 1667: i lavori di costruzione della Cattedrale si interruppero a causa della morte del Filarete e dell’allontanamento del vescovo Barozio
  • 1688: viene demolita l’antica torre campanaria
  • 1689: viene approvato il progetto di Carlo Fontana per il completamento della costruzione
  • 1689: il 4 novembre il vescovo Daniele Giustiniani procede alla solenne dedicazione della cattedrale con il solo titolo di S. Alessandro martire
  • 1690: viene eretto il nuovo campanile
  • 1692: in memoria dell’antico titolo viene eretta la cappella di S. Vincenzo
  • XVIII: si realizzano tutti gli altari su progetto degli Alessandri, di Filippo Juvarra e di Nicola Salvi e gran parte delle opere decorative
  • 1745 – 1757: in prossimità del presbiterio vengono collocati i due eleganti pulpiti. Il rivestimento dei nuovi pulpiti, che Filippo Alessandri sapientemente disegna, è completato da una colonna in marmo verde antico, dono della Misericordia Maggiore nel 1746
  • 1853: dopo vari tentativi e una cupola in legno, viene realizzata quella definitiva su disegno dell’architetto Crivelli
  • 1889: viene completata la facciata
  • 1906: viene realizzata la cripta dei vescovi
  • 2004: inizio dei lavori di ristrutturazione sotto la Cattedrale di Sant’Alessandro, che portano al ritrovamento di importanti reperti archeologici.
  • 26 agosto 2008: inaugurazione dell’altare restaurato dal vescovo Roberto Amadei, a seguito delle ristrutturazioni.
  • 2012: apertura al pubblico del Museo della Cattedrale, che illustra l’evoluzione del duomo fin dalle sue origini.

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COME RAGGIUNGERCI e ACCESSIBILITÀ

Parcheggi: 

A 100 metri, in piazza Rosate. A 250 metri, in Piazza Mercato del Fieno

Mezzi pubblici:

A 250 metri dalla Cattedrale si trova la Stazione Superiore Funicolare; una delle due cabine è accessibile con montascale.

Visitare: 

L’aula unica della Cattedrale è accessibile dall’ingresso laterale Sud, anche tramite scivolo esterno, e si sviluppa in piano

Presbiterio e Cappella di San Vincenzo non accessibili (7 gradini); Cripta non accessibile (scalinata); Cappella del Crocefisso 1 gradino.

Opere d’arte visibili e indicazioni scritte in 4 lingue; non esistono ausili per non vedenti

Non ci sono servizi igienici

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ORARI DI APERTURA E MESSE

Da Lunedì a Venerdì: 7:30 – 12:30 e 15:00 – 18:30                                                                                                                                                    Sabato e festivi orario continuato: 7:00 – 19:00

Celebrazioni feriali:
7:30 S. Messa
8:30 S. Messa Capitolare e Lodi Mattutine (a seguire, Ufficio di Letture e Ora Media)
18:00 S. Messa vespertina

Celebrazioni festive:
Sabato e vigilia: 18:00 S. Messa festiva
Domenica e feste: 7:30 / 9:00 / 18:00
10.30 S. Messa solenne

Cosa vedere

Scopri le opere presenti presso Cattedrale di Sant’Alessandro (Bergamo)

Prima Cappella a Destra - San Benedetto

Prima Cappella a Destra - San Benedetto

Si parte dall’ingresso dove la prima cappella che incontriamo è quella in onore di San Benedetto voluta fortemente dal pontefice Benedetto XII, per aver concesso perdono alla popolazione bergamasca, dopo che questa aveva sostenuto nel 1340 l’antipapa Nicola V. La pala d’altare commissionata dal podestà Girolamo Barbarigo nel 1523, è del pittore Andrea Previtali, anche lui influenzato fortemente dalla pittura veneta. L’artista raffigura su tela “San Benedetto da Norcia” seduto sulla cattedra papale e vestito di abiti pontificali (molto probabilmente per alludere alla figura di Benedetto XII). Ai lati i Santi Bonaventura da Bagnoreggio e Ludovico da Tolosa. Nei riquadri della predella il racconto continua con la descrizione dello storico incontro tra la delegazione bergamasca e il Papa. Il dipinto si presenta come un vero e proprio manifesto politico, tradotto dall’eccezionale enfasi cromatica del Previtali. Nel 1764/1765 l’architetto Filippo Alessandri e il marmista Bartolomeo Manni eseguono la mensa d’altare e lo stilobate. Le due statue in marmo apuano dei Santi Apostoli Filippo e Simone sono opere di Luigi Pagani nel 1876.

Seconda Cappella a destra - San Carlo Borromeo

Seconda Cappella a destra - San Carlo Borromeo

Fino al 1610 era dedicata a San Giorgio. Viene intitolata a San Carlo Borromeo nel 1610 anno della sua canonizzazione. È di questo periodo la pala d’altare di Giovanni Paolo Cavagna, raffigurante la “Crocifissione” con Vergine, San Giovanni, accompagnati dai Santi Carlo Borromeo e Ambrogio. I due apostoli in marmo bianco sono opere postume della bottega del Sanz (1806).

Terza Cappella a destra - Santissima Trinità e San Gregorio Barbarigo

Terza Cappella a destra - Santissima Trinità e San Gregorio Barbarigo

L’esistenza nell’antica Cattedrale di una cappella in onore della SS. Trinità è già documentata nel X secolo. L’attuale risale al 1750 opera di Giovanni Moroni su disegno di Nicola Salvi. Nel 1762 si aggiunse la dedica al Beato Gregorio Barbarigo. Il complesso dell’altare, realizzato in giallo di Verona e verde Varallo, comprende anche l’alabastro onice. L’altare è completato dalla pala di Nicola La Piccola raffigurante “San Carlo Borromeo e Gregorio Barbarigo in adorazione della Santissima Trinità”. Le statue in marmo degli apostoli Giacomo minore e maggiore, sono di Sante e Gelpino Caligari (1783). Il paliotto dell’altare con rilievi in bronzo di Antonio Arrighi, protegge reliquie qui pervenute dalla chiesa demolita di San Cassiano.

Prima Cappella a sinistra - Santa Caterina d'Alessandria e San Girolamo

Prima Cappella a sinistra - Santa Caterina d'Alessandria e San Girolamo

La struttura attuale dell’altare in rosso di Ardesio e Occhialino, risale al 1756 su disegno di Filippo Alessandri e opera di Bartolomeo Manni. Di più remota fattura è la pala in olio su tela raffigurante la “Vergine con Bambino in gloria con i Santi Caterina e Gerolamo” recanti i loro attributi. Giovanni Battista Moroni si impegna a realizzare il dipinto nel 1576 in sostituzione di un’icona situata in loco e ritenuta inadeguata. Le statue di marmo di Carrara dei Santi Tommaso e Bartolomeo sono di Francesco Barzaghi del 1875.

Seconda Cappella a sinistra - Del Crocifisso

Seconda Cappella a sinistra - Del Crocifisso

Già durante gli anni della canonica di San Vincenzo questa cappella esisteva con il nome di San Giovanni Battista. La decorazione cinque-seicentesca prevedeva un polittico in ancona di legno dorato raffigurante “San Giovanni Battista” al centro, affiancato dalla Vergine e da San Giuseppe; in alto due pannelli sull’Annunciazione; sul fastigio l’arme del Muzio. Giovanni Moroni realizza la struttura dell’altare, mentre Costantino Gallizioli e Bartolomeo Manni operano all’intero impianto nel 1753. Il materiale impiegato è giallo di Verona e mediceo di Seravezza. Le due statue in marmo bianco di Carrara dei Santi Pietro e Paolo sono opera di Gelpino Caligari. L’intitolazione al Crocifisso è dovuta per la presenza del famoso “Crocifisso di Rosate”, dal 1810 in Cattedrale. Nei confronti di questa croce c’è una devozione molto forte per via di eventi verificatisi sin dalla sua apparizione, avvenuta tra il 1509 e il 1512, nel monastero di Rosate(1).
Nel 1932 una preziosa cornice in argento arricchisce la composizione. La venerazione che ha accompagnato il Crocifisso nei secoli, permane ancora oggi, tanto che viene portato in processione nelle occasioni più speciali. La consacrazione della Cappella avviene il 13 settembre 1866 per mano del Vescovo Benaglio. È uno spazio che si rivela monumentale, voluto fortemente dall’arciprete Pietro Rusca. La pianta a croce greca e l’ampia apertura circolare della cupola offrono un ampio scenario decorativo composto da stucchi dorati e affreschi. Antonio Guadagnini (1862) vi interviene per le pitture murali della volta, mentre la ricca decorazione plastica delle pareti è diligentemente composta da Luigi Pagani nel 1866.

Terza Cappella a sinistra - Santi Pietro e Paolo

Terza Cappella a sinistra - Santi Pietro e Paolo

Di fronte alla Cappella della Santissima Trinità, si dispone quella dei Santi Pietro e Paolo, il cui altare è realizzato anch’esso su disegno di Nicola Salvi. Solo al 1793 risulta la dedicazione ai due Apostoli, molto probabilmente a causa delle vicende in seno al cantiere. Suggestiva e ricca di simbolismo è la pala raffigurante “San Pietro e Paolo” mentre affidano a San Barnaba l’evangelizzazione a Bergamo alla presenza della Madonna (forse simboleggiante la Chiesa che è Madre). Chiudono la sacralità della scena le personificazioni della Fede e in alto la Santissima Trinità. Le statue in marmo di Carrara degli Apostoli “Giovanni Evangelista” e “Giuda Taddeo” sono plasmate dalle mani esperte dell’artista Giovanni Sanz. Nei pressi della Cappella ci si immette in un vestibolo che consente l’accesso alla Canonica. Qui è collocato un dipinto bizantino, in olio su tela molto venerato, detto “Madonna dei Canonici”. La tradizione lo dice proveniente dall’antica chiesetta di Santa Maria del Chiostro che si trovava sotto gli archivi della Cattedrale nel XVI secolo.

Cupola

Cupola

Il primo progetto per la realizzazione della cupola della Cattedrale di Sant’Alessandro fu presentato nel 1688 dall’architetto Carlo Fontana. Questo piano ambizioso prevedeva una cupola che superasse in altezza e valore architettonico quella della vicina Basilica di Santa Maria Maggiore. Tuttavia, l’esuberanza del progetto destò preoccupazioni nel Capitolo del Duomo, che chiese una riduzione delle dimensioni per contenere i costi di costruzione. Fontana rispose che abbassare l’altezza avrebbe ridotto solo marginalmente i costi, ma avrebbe compromesso l’estetica dell’opera. Nel corso degli anni, vennero proposti diversi progetti, tra cui quello di Carlo Amati nel 1826, ma quest’ultimo si ritirò dalla realizzazione. Nel 1833, sotto la volontà dell’arcidiacono Marco Celio Passi, la progettazione venne affidata a Giuseppe Cusi, che presentò una soluzione di dimensioni più contenute. Tuttavia, il suo progetto fallì: lo spessore troppo esile del tamburo comprometteva la stabilità della cupola, che venne malamente definita “lo sgarbato pentolone”. Dopo numerosi tentativi infruttuosi, nel 1853 l’arcidiacono Pietro Rusca invitò tre nuovi architetti a presentare i loro piani. Tra questi, Giuseppe Berlendis si assunse la responsabilità di un nuovo progetto che finalmente portò alla realizzazione della cupola, completata nel 1855. La cupola, pur con proporzioni inferiori rispetto al progetto iniziale di Fontana, raggiunge un’altezza superiore a quella della Basilica di Santa Maria Maggiore, come previsto nel piano originario. All’esterno, la stabilità della struttura è garantita da tre gradoni, mentre sulla sommità fu posta una statua in rame di Sant’Alessandro. L’interno della cupola, affrescato da Francesco Coghetti, rappresenta il grande Trionfo di Sant’Alessandro, un’opera che si fonde armoniosamente con l’architettura della cattedrale.  

Presbiterio e Abside

Presbiterio e Abside

Il presbiterio della Cattedrale si raggiunge tramite una scalinata di sette gradini in marmo bianco, che conduce alla balaustra in marmo nero. Al centro si trova l’altare comunitario, realizzato dopo il Concilio Vaticano II, con una mensa in marmo e un paliotto argenteo seicentesco che custodisce l’urna contenente le spoglie di Sant’Alessandro martire, donata dalla città nel 1702. L’altare maggiore, progettato da Cesare Targoni nel 1588, è decorato con marmi policromi e figure in metallo dorato, ed è a forma di tempietto semiottagonale suddiviso in tre ordini. Esso presenta immagini degli evangelisti, di san Pietro e san Paolo, e Cristo risorto, con un dipinto di Enea Salmeggia raffigurante il Redentore al centro. Sei angioletti sorreggono il ciborio, realizzati da Antonio Fontana nel 1715. Nell’abside maggiore, dietro l’altare, sono collocati sette dipinti raffiguranti i martirii di vari santi, tra cui il Martirio di Sant’Alessandro di Nicola Malinconico. Il catino absidale ospita una raffigurazione di Sant’Alessandro di Carlo Innocenzo Carloni, mentre una pala di San Giuseppe, Sant’Antonio e Santa Adelaide proviene dalla chiesa di San Michele all’Arco.

La cappella di San Vincenzo e di San Giovanni XXIII

La cappella di San Vincenzo e di San Giovanni XXIII

Superato il transetto, nella parte destra, si accede alla Cappella di San Vincenzo, che inizialmente fu titolare della Cattedrale fino al 1689, anno in cui avvenne la nuova dedicazione alla figura di Sant’Alessandro. Tuttavia, nel 1698, il Capitolo decise di costruire una cappella dedicata a San Vincenzo, utilizzando una pala di Carlo Ceresa che raffigura “San Vincenzo in gloria che protegge la città”, con uno sfondo che mostra il panorama bergamasco dell’epoca. L’altare fu progettato dal canonico Marco Alessandri e realizzato nel 1703 da Bartolomeo Manni. La cappella contiene una tela del 1705 raffigurante il martirio di San Vincenzo e, dal 1766, le 14 stazioni della Via Crucis. Nel 2000, la cappella è stata dedicata anche a San Giovanni XXIII, con l’inserimento di reliquie del Papa bergamasco e una scultura bronzea di Alessandro Verdi realizzata in occasione del 30° anniversario della sua elezione al pontificato e del 25° dalla sua morte.

Coro ligneo

Coro ligneo

Il coro della Cattedrale, realizzato tra il 1693 e il 1698 dallo scultore Giancarlo Sanz, colpisce per la maestosità del filare ligneo in legno di noce. L’opera include 44 cariatidi, puttini e 86 angeli, con intarsi elaborati e cornici che avrebbero dovuto ospitare medaglioni in bosso, mai realizzati. Il punto focale è la “Cattedra Vescovile”, creata nel 1705 da Andrea Fantoni. La cattedra, con baldacchino e inginocchiatoio intagliato, è una delle sue opere più celebri, arricchita da scene bibliche legate alla funzione episcopale.

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