La chiesa è a navata unica ed impianto rettangolare, con abside a terminazione piana, affiancata sul lato sinistro, a lato dell’abside, dalla sacrestia. L’abside, rivolta, come vuole la tradizione medievale, ad oriente, è coperta da volta a crociera e decorata da affreschi sia sulle vele sia sulle pareti. L’edificio all’esterno è anticipato da un ampio sagrato in ciottolato con tre gradini a salire.
La facciata a capanna è interamente intonacata con una cornice superiore in leggero aggetto in laterizio, presenta un portale di accesso in legno, con cornice ad arco a tutto sesto in mattoni e pietra, sovrastato da una monofora vetrata e ai lati due piccole monofore con cornice in laterizio.
Sul fianco destro in prossimità della zona absidale si sviluppa il campanile ad impianto quadrangolare intonacato, cella campanaria aperta con monofore e cuspide a padiglione rivestita in tegole come la copertura; su una parete dello stesso, si inseriscono due lastre spezzate, un tempo utilizzate come architrave della porta d’ingresso, e che, ad un esame più attento, si rivelano parte di un sarcofago di epoca romana.
Sul lato sinistro vi è una serie di quattro arcate a tutto sesto in cotto, attualmente chiuse da una muratura di tamponamento, ma che probabilmente un tempo si aprivano sulla navata laterale, e si aprono finestre vetrate con cornice in laterizio ed arco a tutto sesto; la stessa partitura viene riportata all’interno della chiesa. Sul fianco destro, in prossimità della zona absidale, vi è un’altra traccia di arcata simile alle precedenti. Internamente la chiesa è coperta con soffitto in legno a capanna con travi strutturali in legno. A metà del lato sinistro si apre una porta che da verso l’esterno. La pavimentazione dell’aula liturgica è in cotto, mentre nella zona prebiteriale sono presenti inserti in marmo rosso.
1570 – Nel 1570 si hanno testimonianze della chiesetta, che si pensa esistente già nell’800 ma dedicata in precedenza a San Salvatore. La chiesetta, in stato rovinoso per vetustà, venne restaurata e ridotta ad un’unica navata. Durante la visita pastorale di San Carlo Borromeo, la chiesa venne descritta come non consacrata, con un solo altare rivolto ad oriente, le pareti presentano fenditure che richiedono restauro, presenta una porta d’ingresso e una piccola porta nella regione aquilonare e due finestre poste sopra l’altare. La chiesa era attaccata ad una cascina con la quale condivideva una parete e parte del tetto.
1643 – Durante la visita pastorale del cardinale Cesare Monti venne data disposizione di restaurare, con i soldi raccolti nella cassetta delle elemosine, l’oratorio e la cappella esistente a fianco della chiesa dedicata a San Rocco.
1686 – Nel 1686, negli atti della visita pastorale del cardinale Federico Visconti, la chiesa, un tempo dedicata a san Salvatore venne indicata come dedicata a Sant’Antonio da Padova.
1934 – Sotto la guida del parroco don Girotti, vennero intraprese opere di restauro della chiesa per mano della Scuola del Beato Angelico e vennero anche abbattuti due muri addossati alla chiesa che non erano stati autorizzati.