La facciata della chiesa presenta un pronao attestato già esistente nelle medesime forme ed elementi nel 1752. Così pure le immagini popolari rappresentanti quattro santi ormai logori e sbiaditi distribuiti nei quattro riquadri che caratterizzano la facciata esterna sono gli stessi attestati nella visita pastorale succitata. La chiesa di Alberone, orientata con la porta a sud e l’abside a nord, è costituita da un’unica navata, coperta da tre volte a crociera a sesto semicircolare, appoggiate ai muri perimetrali e sostenute nel mezzo da due archi. All’interno si osserva una grande profusione di stucchi che comprendono più di 60 soggetti tra angeli grandi e piccoli o con la sola testa alata, le lesene cariche di arabeschi, di foglie di acanto, vasi di fiori, palmette, rosoni.
Gli altari sono tre. L’altare maggiore è coperto da una volta a crociera ed è composto da una mensa e paliotto con i simboli dell’Ordine agostiniano. Il presbiterio è delimitato da una balaustra del XVIII secolo in marmo. Gli altari laterali sono due: a destra dedicato a Sant’Antonio abate, a sinistra alla Madonna del Carmine. Le balaustre invece sono state posate nel XX secolo per completare i due altari laterali.
1570 – La chiesa di Sant’Antonio abate in Alberone risulta esistente già come edificio di culto officiato da un sacerdote milanese, tale Giovanni Molla nel 1570, ma l’erezione a parrocchia consta dell’atto ufficiale datato 27 marzo 1597 con l’investitura del medesimo sacerdote. Da rilevare che il territorio di Alberone era di pertinenza della Diocesi di Milano fino all’inizio del XX secolo, quando passa sotto Pavia.
1641 – Non sappiamo se la chiesa citata nel cinquecento sia quella nelle forme attuali, resta significativa la annotazione di una visita pastorale del 1752 che afferma descrivendo la chiesa l’esistenza di una iscrizione sulla fascia di cornice che sormonta il portone di ingresso: “Hanc jdem divi Antonij Abbati Diruttam Reverendum Petrus Antonius Grossus—Rector Readificandam curavit anno 1641”. Dunque il 1641 resta l’anno di rifermento per poter ritenere che tale struttura architettonica comincia a definirsi nelle forme attuali.
1699 – Nel lato nord-est si trova la sagrestia con soffitto a volta che risulta già esistente e terminata accanto al suo campanile l’anno 1699.
1910 – Lo spazio del battistero fu costruito con delibera comunale del 6 aprile 1910.
1927 – La pavimentazione completa con piastrelle in graniglia è attestata realizzata nel 1927, tuttavia non sappiamo con certezza, se quella che oggi appare ai nostri occhi sia la medesima.
1955 – Nel 1955 è da registrare il restauro avvenuto su tutti gli stucchi ad opera del decoratore e doratore pavese Enrico Retus.
2010 – Sono state realizzate opere di consolidamento strutturale e di adeguamento impiantistico che hanno riguardato la chiesa ad opera della ditta Mario Murino.