Sorge all’ingresso dell’abitato storico, su un terrapieno che ne sorregge anche il breve sagrato, con orientamento parallelo alle curve di livello del versante. La facciata è semplice, a forma di capanna, ornata da un cornicione che segna solamente gli spioventi del timpano solo poco più alti delle falde del tetto, e da due lesene piuttosto aggettanti che incorniciano il piano regolare e costante della muratura di fondo. Sulla linea di simmetria la facciata presente un intonaco con sobrie decorazioni monocrome e incise, presenta un elegante portale a timpano spezzato in marmo bianco di Canè e da un finestrone con architrave modanato in muratura. Il principale volume è costituito dalla navata ad aula unica a cui si addossano a valle i volumi più bassi della sagrestia e del vano dell’organo, quest’ultimo posto sopra un il passaggio porticato dell’ingresso laterale; a monte si addossa il campanile, il confessionale (in origine il vano aggiunto del fonte battesimale) e il vano accessorio della centrale termica. Il presbitario, posto a nord-est, è rettangolare e coperto da due falde più basse di quelle della navata. Tutte le superfici esterne sono intonacate e tinte di giallo, solo pochi elementi in bianco; bianchi son anche i marmi dl portale e delle colonnine delle bifore della cella campanaria abbellita da merli a coda di rondine e da una cuspide piramidale a base quadrata.
All’interno lo schema e le fatture sono tipiche di molte chiese seicentesche della Vallecamonica. La volta a botte della navata è suddivisa in tre campate da costolature corrispondenti a lesene sui muri. A botte è coperto anche il presbiterio, diviso dalla navata con un solo gradino e con un arco trionfale a tutto sesto. i due altari laterali che affiancano il presbiterio sono accolti da leggere rientranze nelle pareti. Di notevole impatto e valore sono le cimase, le ancone e gli altari in legno scolpito, policromo e dorato. Gli artisti intagliatori seicenteschi sono G. Battista Ramus, Battista Zotti. Le decorazioni pittoriche in stile sono ottocentesche.
1357 – Lo storico Biancardi riporta una citazione del 1357 della chiesa di San Gregorio. Viene riportata come nel territorio di Vione sottoposto a Bernabò e Galeazzo Visconti.
1562 – La chiesa è citata nelle visite pastorali di Giacomo Pandolfi del 30 Luglio 1562 come perfettamente in regola con le disposizioni, del Vescovo Domenico Bollani nel 1567. Risulta soggetta alla chiesa di Vione
1573 – la chiesa è citata nella visita dell”ottobre 1573 da don Cristoforo Pilati in delegato convisitatore del vescovo Bollani. Risulta soggetta alla chiesa di Vione
1578 – La chiesa è nuovamente oggetto di visita da parte del delegato don Giorgio Clerici nel 1578. Risulta soggetta alla chiesa di Vione. La Cappella è voltata e dipinta, la navata ha una loggia praticabile, sacrestia e campana. Le pareti sono dipinte su un lato e intonacate dall’altro. Ha una sola porta in facciata e tre finestrelle, il pavimento è in pietra.
1580 – San Carlo Borromeo visita la Valle Camonica nel 1580. La relazione del suo assistente don Bernardino turagi, redatta nel Marzo 1580 descrive la chiesa come oratorio con unico altare consacrato da antico tempo, con sagrestia e cimitero recintato. Vi celebra il rettore di Vione.
1617 – La Chiesa viene danneggiata dall’incendio del paese nel 1617, causato da un fulmine. In occasione dell’estinzione dell’incendio viene realizzato un grande quadro ex voto conservato sull’attuale controfacciata. Reca il cartiglio: “VOTO FATO DAL PAESE DI CANE’ IL 22 LULIO 1617 DI CANTAR LA MESSA AD ONORE DI S. MARIA MADDALENA PER AVER LIBERATO IL PAESE DALL’INCENDIO CAGIONATO DA UNA SAETTA”
1624 – Nella visita del novembre 1624 il convisitatore G. Maria Macario prescrive la ricostruzione della chiesa disponendo l’aspetto interno. Decreto di ricostruzione ottenuto nel 1627
1645 – Lo storico B. Biancardi dà notizia dell’esecuzione dell’altare della chiesa di Canè da parte dei Ramus di Mù. l’ancona lignea fastosamente intagliata, dipinta e dorata è attribuita a G. Battista Ramus.
1646 – La chiesa terminata da poco viene consacrata dal vescoco di Brescia Marco Morosini il 28 Giugno 1646. Viene descritta come bella chiesa, lunga 42 braccia e larga 25 con tre campane e il cimitero. Le dimensioni corrispondono alle attuali di circa 27 per 17 metri.
1823 – nel 1823 è registrato un pagamento per aver aggiustato l’organo agli organari Perolini
1897 – nel 1897 l’interno viene completamente decorato ad affresco, su intonaci completamente ricostruiti. Gli affreschi in stile barocco seicentesco sono dell’architetto pittore Angelo Cominelli di Brescia, il cornicione e le lesene di Maroni luigi di Villa. la notizia è ripresa da “Il Cittadino” il 6 Dicembre.
1907 – nel 1907 viene restaurata e ridecorata la cantoria e la cassa dell’organo
1909 – viene restaurato nel 1909 il campanile sia all’esterno sia all’inerno con copertura della piramide in zinco.
1941 – il restauro interessa sia l’interno sia l’esterno. Viene rifatto completamente l’intonaco e il cornicione esterni, con nuova tinteggiature. Nel timpano del portale e in controfacciata è riportata la data del restauro 1941. Gli affreschi interni sono restaurati dal pittore Giacomo Piccinini.
1955 – viene sostituito il pavimento, i banchi seicenteschi, costruito un nuovo zoccolo interno.
1962 – Vengoni rifatte le porte in legno della chiesa, la bussola, i confessionali.
1987 – Il restauro riguarda la sostituzione degli intonaci, opere in marmo, posa parti in rame, posa parafulmine, doratura della colombina di coronamento, consolidamento della cella e del castello delle campane.