la parrocchiale si presenta circondata su tutti i lati da una spaziosa zona di pertinenza delimitata da pilastrini in ceppo. Un sagrato vero e proprio, lastricato in beole e sopraelevato di circa un metro rispetto alla zona di pertinenza, precede la facciata della chiesa ed è accessibile mediante un’ampia gradinata in marmo con pianta semiesagonale centrale alla facciata, e da due gradinate minori ai lati dell’edifico sacro. Il sagrato è protetto verso la zona di pertinenza da un parapetto che serve anche da comoda seduta. Nei quattro angoli del sagrato, quattro basamenti reggono altrettante statue sempre in ceppo gentile di Brembate, realizzate dal Siccardi, che raffigurano S. Antonio da Padova, S. Domenico, S. Cuore e S. Teresina del Bambino Gesù. La chiesa è una felice testimonianza della ricerca propria di quegli anni, di interpretare con gusto moderno e con una certa libertà, le linee tradizionali. Due copie di lesene che salgono a tutt’altezza, la contengono ai lati, esse hanno la funzione di reggere due tratti di coronamento realizzato in ceppo, sormontato da un piccolo attico che fa da appoggio ad una coppia di pinnacoli, sistemati a conclusione di ciascuna delle due lesene. Tra le coppie di lesene, la facciata vera e propria, è preceduta da un ampio porticato aperto verso sud con tre archi in muratura, e sui lati est ed ovest, con due archi in muratura per parte, poggianti su sei colonne monolitiche in marmo di Abbazia. Il tetto del portico ha tre spioventi e la gronda di coronamento è costituita da una sottile cornice in ceppo seguita da una guscia in muratura che si raccorda alla cornice di gronda sempre in ceppo di Brembate. Il portico presenta una pavimentazione in marmo in rilievo di un gradino rispetto alla quota del sagrato. Oltre il portico, la facciata prosegue pulita, interessata da un grande rosone con cornice svasata. Cornici in ceppo ad andamento curvilineo proteggono la facciata che innalzandosi si rastrema in corrispondenza dell’acroterio, campanile nella forma di una bifora con due archetti a tutto tondo poggianti al centro su colonnine in marmo di Abazia. Due cornici curve incontrandosi a cuspide fanno da copertura alla suddetta bifora e completano la facciata. Ritornando al portico, attraverso ampio portale in legno di quercia ben lavorato, in opera su contorno in marmo di Abbazia, si perviene al vano della chiesa. Ai lati di questo ingresso, sempre sotto il portico, sono ricavate entro due nicchie, due piccole finestre arcuate dotate di inferiata, precedute da un gradino in marmo da utilizzare come inginocchiatoio, permettendo così ai fedeli di pregare stando all’esterno della chiesa.
Internamente la chiesa presenta una sola navata suddivisa da tre coppie di lesene abbinate, in quattro campate. Nella prima campata, di luce molto ridotta, sono presenti ai lati due spazi a pianta triangolare, destinati ad accogliere i confessionali. Nella seconda campata sono presenti due cappelle: quella di sinistra è dedicata a S. Antonio da Padova, la cappella di destra invece a S. Luigi. Anche la terza campata ospita due cappelle con rispettivamente a sinistra quella dedicata alla Madonna del S. Rosario mentre quella destra è dedicata a S. Giuseppe, titolare della chiesa. Segue la quarta campata, simile alla prima come dimensioni ed ospita a sinistra il fonte battesimale con vasca in marmo cipollino di Versilia. Ai lati dell’arco trionfale, sono presenti due aperture che conducono rispettivamente a sinistra in un ampio ambiente utilizzato per incontri di catechesi, mentre a destra nella sagrestia; sopra i due ingressi a lato dell’arco trionfale, sono collocati i due pulpiti in marmo a pianta poligonale. Il presbiterio, più stretto della navata, è sopraelevato di cinque gradini, ha pianta quadrata ed è coperto con cupola a pianta ottagonale. Il presbiterio si completa attraverso apertura a serliana costituita da arco centrale in opera su due colonne a tutto tondo in marmo di Abbazia con ai lati due aperture mino
1928 – la costruzione della nuova chiesa inizia nel 1928 e termina nel 1931
1931 – Dalmine, come comunità autonoma, incomincia la sua storia il 18 marzo 1931, data del decreto del vescovo Luigi Maria Marelli. Il giorno dopo la solennità di S. Giuseppe, il vescovo Luigi Calza, consacrava la nuova chiesa dedicandola a S. Giuseppe sposo di Maria Vergine e sigillò nella mensa dell’altare maggiore le reliquie dei Santi Vincenzo, Fermo e Teresa di Lisieux.
1950 – vengono posate delle nuove vetrate a colori
1980 – viene eseguita una revisione generale degli intonaci esterni e delle coperture della chiesa, inoltre vengono eseguite nuove tinteggiature sempre esterne
1980 – ristrutturazione degli spazi presbiteriali
1980 – vengono rifatte le tinte interne della chiesa
1992 – parziale rifacimento e sistemazione del sagrato
1995 – restauro dei prospetti laterali della chiesa