La facciata si presenta scandita in tre campi da quattro contrafforti che nel registro superiore culminano con dei pinnacoli ad archetti intrecciati.
La zona inferiore mostra al centro un portale articolato in due bifore archiacute, sormontato da quattro monofore, a loro volta sovrastate da una grande trifora. La fascia mediana è ravvivata da un motivo decorativo bicromo a losanghe crociate in arenaria e cotto. Alle estremità della facciata due portalini laterali del XVIII secolo.
L’edificio presenta un impianto cruciforme che aggrega, ad un settore occidentale a pianta basilicale con tre navate, un capocroce a pianta centrale, con bracci di uguali dimensioni e coppie di cappellette quadrate sui fianchi orientali del transetto.
L’interno, a tre navate, fu rimaneggiato nel 1739. La parte anteriore, con capriate a vista, presenta poderosi sostegni cilindrici in cotto con capitelli in pietra. La parte posteriore, a croce greca, ha pilastri a fascio e volte a crociera che conservano, sotto l’intonaco, l’originaria decorazione.
1228 – Il tempio sorse come simbolo di pace in un’epoca caratterizzata dall’infuriare delle lotte cittadine. La costruzione ebbe inizio nel 1228 e fu completata nel 1296. Il lungo periodo di tempo occorso per la costruzione spiega il sensibile divario di stile esistente fra la parte posteriore, ricca di reminiscenze romaniche influenzate dallo stile cistercense, e quella anteriore, chiaramente gotica nell’impaginazione architettonica. Questo legittima l’ipotesi che le due parti siano state costruite in tempi diversi. L’architettura è caratterizzata dal sesto acuto. Della prima costruzione non rimane che la forma di croce latina a tre navate e la facciata monumentale di pura architettura gotica, ricca di decorazioni in terracotta, a mattoni di due diversi colori.
1290 – La facciata della chiesa venne realizzata tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo.
1525 – Le vicende che coinvolsero la città nel primo Cinquecento a causa degli scontri tra l’esercito francese di Francesco I e le truppe al soldo dell’imperatore Carlo V, ma anche le pestilenze determinarono una fase di decadenza che coinvolse anche la chiesa. Gli atti della visita pastorale del 1576 testimoniano che l’interno versava in uno stato di grave degrado e che la quasi totalità delle cappelle aveva altari spogli e indecorosi.
1600 – Nel corso del seicento ci furono problemi di ordine statico e strutturale: quello più rilevante riguardava la copertura lignea della navata maggiore: sette dei quattordici travi erano “marciti e mossi dai loro siti”.
1739 – L’interno, a tre navate, fu rimaneggiato nel 1739. Avvenne un radicale rinnovamento che comportò una totale trasformazione dello spazio interno.
1893 – Nel 1893, si predisposero i lavori di ripristino dell’originario finestrone della facciata, tamponato nella ristrutturazione settecentesca. L’impresa fu diretta dall’ing. Siro Dell’Acqua, le indagini storiche da parte dell’arch. Luigi Perrone portarono alla scoperta dell’esistenza di una trifora, che venne quindi riproposta con il relativo rosone.
1950 – Dopo la seconda guerra mondiale si levarono voci di condanna sulle opere di “imbarbarimento” del 1739 e se ne reclamò la rimozione.
1953 – I portali binati, di cui restava qualche traccia, erano già previsti nei progetti di restauro della facciata messi a punto nell’ottocento, i lavori però furono rimandati al secolo successivo e affidati all’arch. Aschieri; i portali laterali vennero conservati, ma venne purtroppo demolita la prima cappella a destra.
2007 – Restauro facciata laterale e della lanterna.