La chiesa, non correttamente orientata, si sviluppa lungo l’asse nord – sud con ingresso su via Somalia, in corrispondenza del quale vi è una piccola piazzetta assimilabile al sagrato; a sinistra dell’ingresso è collocata la statua di S. Michele Arcangelo.
L’edificio è un semplice manufatto in muratura di mattoni a vista, ad eccezione della parte terminale del sopralzo che è trattata ad intonaco tinteggiato colore grigio.
La facciata è a capanna e presenta un avancorpo in cui è inserito il portale sormontato da una grande vetrata, al di sopra della quale si erige un timpano, intonacato di colore grigio, che riprende l’andamento della copertura a falde.
Ai lati dell’avancorpo, in posizione centrale, sono collocati due pannelli rettangolari in cemento graffiato, un chiaro elemento decorativo non finito.
Anche i fianchi esterni dell’edificio sono scanditi da specchiature rettangolari ad intonaco, con cornici in mattoni, sovrastati da finestre semicircolari.
L’interno ad aula unica, il cui linguaggio architettonico fa chiaro riferimento all’architettura lombarda di epoca medioevale, presenta quattro piccole cappelle lungo il fianco destro di cui le due centrali utilizzate a cappella, mentre la prima ospita il confessionale e l’ultima mette in comunicazione con la sacrestia e locali di servizio.
Le pareti interne sono tutte intonacate e scandite da sottili profili in mattoni in specchiature orizzontali, le quali sono interrotte verticalmente dal ritmo delle lesene in mattoni che ripartiscono l’aula in quattro campate.
In corrispondenza dei capitelli terminali delle lesene si sviluppa, lungo tutto il perimetro dell’aula, una cornice in mattoni posti di taglio; sui capitelli poggiano le capriate lignee della copertura lasciate a vista, così come sono a vista i travetti e l’assito di copertura.
La profondità della quarta campata è occupata dal presbiterio, rialzato di tre gradini rispetto all’aula liturgica.
Al centro del presbiterio è collocata la mensa, mentre sulla parete di fondo sono disposte lateralmente le sedute in legno (di cui a sinistra la seduta della presidenza).
Sul lato destro del presbiterio c’è l’ambone, con rivestimento in marmo, e al suo fianco il fonte battesimale.
La parete di fondo del presbiterio è divisa in tre specchiature: in quella centrale trova collocazione il tabernacolo, sovrastato da una statua di Cristo in bronzo che mostra il Sacro Cuore; nelle due laterali sono dipinti ad affresco a sinistra i personaggi della storia della Chiesa e a destra gli avvenimenti della Chiesa dopo il Concilio Vaticano II.
La bibliografia indica la volontà del committente di non eseguire un dipinto con l’obbiettivo dell’abbellimento pittorico, ma secondo la tradizione medioevale quale strumento di catechesi.
Nella controfacciata è visibile la vetrata raffigurante il Sacro Cuore di Gesù, opera di Domenico Spagarino, autore anche delle vetrate poste nelle finestre semicircolari delle pareti laterali.
1929 – Risale al 1929 il primo documento dell’archivio parrocchiale che parla dell’attività religiosa nella zona di Molinazzo di Cormano: una lettera in cui l’allora parroco di Cormano, don Seveso, esprimeva al Vicario generale la necessità dell’assistenza religiosa delle donne addette alla raccolta degli ortaggi in località Molinazzo. Successivamente, grazie all’arrivo delle suore, venne messa in funzione la cappellina di via Balossa. La curia nel 1936 diede infine l’assenso alla celebrazione della Santa Messa in questa chiesina. Vent’anni dopo, nel 1954, fu costruita una cappella in legno all’inizio di via Gramsci.
1955 – Nel 1955 il parroco di Cormano, su richiesta dell’arcivescovo Montini, cedette l’area di via Somalia per la costruzione di un nuovo edificio di culto atto ad accogliere l’accresciuta popolazione di Molinazza – Balossa. La Curia Arcivescovile coprì in parte le spese, il resto venne raccolto dalla parrocchia del SS. Salvatore. Si procedette così alla costruzione della chiesa, un edificio semi-prefabbricato, che il 17 giugno 1956 veniva benedetta dal provicario Mons. Oldani. I lavori si conclusero nel 1960.
1959 – Vista la difficoltà per il parroco di Cormano di seguire anche la nuova chiesa, nel 1959 venne inviato a Molinazzo, come vicario, padre Marco Scandroglio. Il vicario si occupò negli anni successivi di sistemare dignitosamente la chiesa, di edificare la casa parrocchiale e di organizzare una sezione di asilo infantile. L’11 luglio 1962, con decreto dell’arcivescovo Montini, fu istituita la parrocchia del Sacro Cuore di Gesù, con territorio smembrato dalle parrocchie del SS. Salvatore di Cormano e di S. Vincenzo di Brusuglio. Don Alessandro Manzoni ne fu il primo parroco.
1988 – Nell’ottobre del 1988 fu nominato nuovo parroco don Savino Gaudio. Pochi mesi dopo commissionò a Franco Giuliano la decorazione della parete dietro all’altare con due dipinti ad affresco che, ispirandosi alla scultura del Sacro Cuore del presbiterio, racconta in che modo Gesù Cristo è il centro del cosmo e della storia.
1990 – Negli anni ’90 si mise mano all’edificio semi-prefabbricato. Fu realizzata molto probabilmente in quegli anni la nuova copertura, sopralzando la quota di gronda di circa 1 metro rispetto al filo originario. Di conseguenza fu rivisto il disegno della facciata principale con l’aggiunta del timpano centrale e con il sopralzo dei pannelli di muratura laterali terminati a spiovente. I sopralzi si distinguono dalle murature in mattoni a vista dell’edificio preesistente per la finitura intonacata e tinteggiata colore grigio.